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Torture di fine anno

Esami di controllo per chi fa scuola familiare. Parliamone.

Fino a circa 3 anni fa non erano obbligatori, salvo quello della terza media. Quest’anno (come l’anno scorso) è uscita una circolare ministeriale che sottolinea che i bambini che fanno scuola familiare devono sostenere un esame annuale per verificare che i genitori stiano effettivamente provvedendo alla loro educazione (trovate tutto sul sito, sezione documenti).

In teoria gli esami devono essere richiesti dai genitori entro marzo/aprile. La domanda di iscrizione agli esami di idoneità e di Stato, redatta in carta semplice, corredata dal programma dell’attività svolta (quindi il curriculum personalizzato) ed indirizzata al dirigente scolastico, deve essere presentata ad una scuola del comune di residenza della famiglia. Quindi l’esame deve essere fatto su ciò che il bambino istruito a casa ha fatto con i propri genitori, non su ciò che ha fatto la scuola con i propri alunni della stessa età. Inoltre l’esame è a porte aperte , i genitori possono assistere. Infine l’esame si può tenere in una qualsiasi scuola statale o paritaria, fatto salvo che abbiate preso accordi con i vari dirigenti e presidi (nulla osta per spostamenti e simili).

Partendo da questo, vi porto degli esempi concreti di cui sono venuta a conoscenza in quest’ultimo mese.

-Durante la medesima mattina ricevo due telefonate da famiglie che abitano in luoghi diversi. Una famiglia non aveva richiesto gli esami e veniva obbligata dal dirigente a farli, mentre una famiglia voleva farli e veniva rifiutata dal dirigente perché non avevano mandato la richiesta nei tempi stabiliti. Assurdo, no?

-A una madre è stato rifiutato il diritto di assistere all’esame dei propri figli. Questo è accaduto a molte altre famiglie, ma alcune si sono fatte forza e hanno insistito molto, riuscendo poi ad entrare nelle classi. Altre famiglie si sono viste negare un diritto, in questo caso fondamentale, e hanno dovuto lasciare i propri figli soli davanti alla commissione.

-A due famiglie con bambini dislessici che dovevano fare gli esami per la prima e la seconda primaria la scuola ha richiesto un esame dove essi avrebbero dovuto leggere, rispondere a delle domande e fare moltiplicazioni e divisioni. Nessuno ha tenuto conto delle loro difficoltà. Questo ha spinto i genitori a rivolgersi ai privati, ricevendo comunque altre delusioni.

-Una mamma piemontese, durante l’esame dei figli, è stata chiamata fuori dalla stanza dal preside per convincerla a mandare i figli a scuola e una delle insegnanti si è presa la libertà di parlare con i bambini accusandoli di non impegnarsi abbastanza (non li conosce nemmeno!). Il commento finale è stato “C’è molta pratica e poca scolarizzazione. Lei come mamma non può pretendere di riuscire a competere con la scuola.” Pensate che non avevano nemmeno letto il loro curriculum!

-Bambini delle medie agitati davanti a commissioni di 12 persone adulte tutti seduti uno vicino all’altro in semicerchio con loro al centro, commenti e atteggiamenti ostili verso di loro e i genitori. Una mamma desiderava vedere le prove d’esame della figlia per verificarne la valutazione, ma le è stato negato il permesso di averne una copia.

-Una famiglia è stata contattata dalla scuola dieci giorni prima degli esami (non richiesti) e quando i genitori hanno informato il dirigente della delicata situazione psicologica in cui si trovava la figlia dodicenne e del desiderio di non sottoporla a questo forte stress che avrebbe aggravato la situazione, egli si è rifiutato di venir loro incontro. La famiglia ha insistito cercando un compromesso, ma il dirigente (tramite il comune) ha inviato a casa loro i carabinieri con la notifica degli esami.

-A una famiglia che abita dalle nostre parti è stato chiesto di presentare il curriculum vitae e il diploma degli insegnanti che avrebbero seguito il figlio. Il dirigente voleva un insegnante per materia (il bambino era nel primo anno delle medie)!! Ma allora perché mai si chiamerebbe scuola familiare? I genitori hanno dovuto rivolgersi ai dirigenti di territorio per evitare angherie e soprusi.

Questi sono solo alcuni esempi che ho raccolto tramite controscuola.it – Ci sono altre famiglie che riescono ad evitare gli esami annuali perché sono in buoni rapporti con il dirigente, altri hanno avuto esperienze positive (se siete tra questi ultimi, scrivetemi). Con questo articolo non voglio spaventare le famiglie che desiderano istruire a casa i loro figli, ma credo che qualcuno debba affrontare la situazione e venire incontro ai genitori in difficoltà. Nessuno nel web parla di questo problema, noi si.

Cosa possiamo fare? Ho passato questi ultimi mesi a dibattere con esponenti dell’homeschooling Italiano e con associazioni estere. Devo ancora concludere il mio giro di interviste. Molti qui in Italia non desiderano agitare le acque e con questo intendo farsi avanti presso il Ministero. Alcuni temono ritorsioni e altri ancora già vedono la loro libertà di educare a casa negata (recente è il caso della Svezia, dove l’homeschooling è fuori legge). Voi cosa ne pensate? Avete dei consigli utili da proporre? Capisco che lo Stato debba vigilare sul lavoro dei genitori, ma non è possibile che questo si traduca in uno stress abominevole che coinvolge tutta la famiglia, bambini in primis. L’ignoranza e un atteggiamento sospettoso verso noi homeschoolers sono spesso alla radice di questi accadimenti. Aspetto speranzosa notizie, per favore divulgate questo appello.

 

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