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Il “risveglio” passa anche da qui

risveglio
Vi propongo un’intervista fatta a Federica, una mamma coraggiosa che ci racconta come non ci si debba mai fermare davanti alle difficoltà, nemmeno davanti a quelle grandi e spaventose che vedono come protagonisti i propri figli. Il suo esempio potrà incoraggiare e sostenere altri genitori che sono impegnati con bambini speciali , uscire dagli schemi è stato per lei e suo marito un percorso obbligato che ha portato interessanti risvolti.  Buona lettura!

Ciao a tutti, ci presentiamo: mamma Federica, papà Alessio e i piccoli Nicola e Enrico di rispettivamente 5 e 3 anni. Eccoci qui! Nasciamo come una famiglia squisitamente tradizionale , tutta bella farcita di quelle nozioni che vengono proposte/imposte dalla società e dalle famiglie di origine. Papà piccolo imprenditore edile, mamma artista (ex insegnante, musicista e scrittrice) e casalinga. Una famiglia apparentemente sana e normale…

Ahimè, l’idillio è durato poco. Nell’estate del 2013 al nostro piccolo Nicola, in seguito ad una serie di visite mediche, piomba in testa la diagnosi di disturbo dello spettro autistico . Ci siamo così ritrovati con una famiglia distrutta psicologicamente, ma fortunatamente ancora unita. Il dolore accecante di questa scoperta porta me e mio marito alla ricerca di una crescita spirituale che ci aiuti a sopportare tanta sofferenza in modo da riuscire a sostenere con amore i nostri figli.

Noi approdiamo così allo studio delle discipline olistiche ed io partecipo ad un percorso formativo per diventare counselor olistico educativo. Conosco diverse persone ed imparo cose che cominciano radicalmente a trasformare la mia visione della vita e di conseguenza anche la mia opinione dell’educazione scolastica tradizionale. Da ex insegnante (11 anni di servizio) non conoscevo altre realtà educative, prima di questo momento.
Durante il nostro primo periodo di risveglio , Nicola, viene regolarmente iscritto al primo anno di scuola dell’infanzia. Un’esperienza da incubo. Viene visto dal sistema come un bimbo jolly in quanto entra ed esce da scuola per seguire le terapie. Viene affidato a un’educatrice inesperta che gli crea dei gravi problemi durante il percorso di svezzamento da pannolino, già felicemente avviato a casa. Inoltre, il piccolo, subisce episodi di reale emarginazione che lo portano a piangere disperatamente ogni mattina quando capisce che lo sto per portare a scuola. Purtroppo in quel momento della nostra vita io non ero abbastanza illuminata per comprendere questi importanti segnali che Nicola mi mandava continuamente.

Nel frattempo accadono cose decisive. La più importante fra queste è un lento allontanamento dalle ASL che sempre meno ci convincono nel loro operato e la decisione di rivolgerci ad un pediatra di Pisa, il dottor Serravalle, il quale ci prospetta la possibilità che il problema di Nicola non sia di natura genetica bensì iatrogena. Infatti, dopo una serie di esami molto specifici (eseguiti all’estero), salta fuori una verità schiacciante: il bambino è stato vittima di danno da vaccino.
Con questa ennesima notizia rimaniamo sconvolti, ma è grazie a questa difficile esperienza che io e mio marito cominciamo davvero ad aprire gli occhi su tante importanti questioni… Educazione scolastica inclusa.

Sapendo che nostro figlio potrà guarire , contrariamente a tutte le nefaste previsioni proposte dai vari camici bianchi incontrati nel nostro infelice percorso, cominciamo a distaccarci da tutte quelle situazioni che abbiamo individuato essere in contrasto con il percorso di guarigione di nostro figlio. Tra queste eliminiamo anche la scuola tradizionale e le terapie in ambito pubblico. Proviamo per Nicola un percorso di educazione steineriana, che però si è rilevata un totale flop e rinunciamo anche a questo. Niente più scuola e niente più terapie tradizionali.

Finalmente, complice una nuova visione olistica del bambino, comprendiamo che i figli vanno ascoltati così come faremmo con qualsiasi adulto in difficoltà. Aprendo occhi, orecchie e cuore, io e mio marito osserviamo la nostra vita cambiare radicalmente. Lo scegliere l’educazione parentale o homeschooling è stato per noi una salvezza. Pur non essendo ancora in età da obbligo di istruzione, stiamo già buttando le basi per questo tipo di educazione alternativa.

Di certo non è stata una scelta condivisa dalle nostre rispettive famiglie. Anzi. Senza temere di esagerare, posso dire che tale decisione ha scatenato un vero putiferio (così come le altre nostre scelte controcorrente, per esempio: la dieta vegetariana, l’omeopatia, la fitoterapia o l’assenza della TV). Ho dovuto affrontare in molteplici occasioni lo sguardo impietosito di mia madre che si fermava a fissare i miei figli come se fossero delle sventurate creature, capitate in una famiglia che avrebbe portato loro solo prigionia e sofferenza. I nonni giudicano infatti l’homeschooling come una costante prigionia tra le mura domestiche, i bambini senza alcuna relazione sociale.. Lo scenario visto dagli occhi di chi non comprende è davvero apocalittico!

Io sinceramente non ho più né la voglia né la forza per tentare di far capire a chi non vuol capire come funzioni l’educazione parentale , anche perché la cosa che mi disturba di più è l’ignoranza abbinata alla saccenteria.

Oltre alle continue lotte intestine con le famiglie di origine, ci siamo dovuti preparare a combattere contro un’altra istituzione: l’INPS . Non navigando nell’oro, la micro indennità di frequenza (280 euro al mese) che Nicola percepiva ci facevano indubbiamente comodo, soprattutto per coprire le ingenti spese delle cure omeopatiche che egli segue e che lo stanno facendo guarire. Secondo l’istituto di previdenza, se il bambino non segue un percorso scolastico statale/parificato e/o terapie presso l’ASL, perde il diritto a percepire l’indennità sopra citata. La legge non fa alcun riferimento all’educazione parentale, anche se la Costituzione stessa ne dichiara la totale legalità.

Il messaggio che arriva dalle istituzioni è forte e chiaro: “Se non posso controllare tuo figlio, allora tuo figlio perde il diritto a un contributo economico da parte nostra” . Il controllo è assolutamente reale, perché quando una famiglia con un bimbo speciale si affida spaventatissima alle ASL, nella sua vita piombano immediatamente una schiera di individui (psicologo-educatore-neuropsichiatra-assistente sociale-maestre) che incombono pesantemente sul libero arbitrio e sulla libera scelta dei genitori. Questi specialisti fanno credere che non ci si possa minimamente discostare dai loro suggerimenti per il benessere del bambino in questione. Puntano sempre su questa tremenda leva psicologica: il benessere di tuo figlio. 

Per scrollarci di dosso questi detriti abbiamo faticato. Abbiamo combattuto proprio tanto. Tutta questa trasformazione è avvenuta grazie a Nicola, al suo guardarci negli occhi dicendoci chiaramente “Ascoltatemi!” .

Ora i miei figli sono più sereni. Non seguiamo un metodo educativo specifico al momento. Ascoltiamo tantissima musica . Essi hanno un forte istinto musicale ed io amo poter lasciar libera espressione a questo loro innato talento. Nicola ama molto dipingere e proprio attraverso la pittura ci comunica messaggi importanti. La cura che segue è difficile da sostenere psicologicamente. La disintossicazione da vaccini porta a degli squilibri comportamentali improvvisi e imprevedibili. In una struttura scolastica tradizionale tutto ciò non sarebbe mai stato compreso e soprattutto non sarebbe stato gestito nel modo giusto. Inoltre è un tipo riflessivo : rimane ad osservare ciò che gli interessa a lungo. Per i camici i bianchi e per le maestre questo è sempre stato interpretato come un “distacco dalla realtà”, ma non è per nulla così.
Invece il mio piccolo Enrico, oltre ad essere un promettente batterista , è un bimbo che ama stare in mezzo ai coetanei. E’ decisamente energico e cinestetico . Costringerlo a star seduto per tante ore in un’aula lo avrebbe portato ad un disagio più che certo. Ovviamente tra amici e parenti c’è stato lo sgomento più totale quando abbiamo dichiarato di non voler mandare nemmeno lui all’asilo!

Fra un anno credo che acquisterò qualche libro di prima elementare (scelto assai accuratamente) perché sento comunque di dover avere ancora delle linee guida da seguire per questo nostro percorso. Le lezioni saranno del tutto personalizzate e non imporrò mai ai miei figli tempi e ritmi standardizzati . Diciamo che questo è un “canovaccio” che serve a me per iniziare. Una specie di coperta di Linus

Sul Network di educazioneparentale.org ho letto che alcune famiglie homeschoolers con bambini speciali stanno ricevendo comunque l’assegno di frequenza e quindi mi sono mossa anche io come hanno fatto loro. L’INPS sta ora valutando l’ipotesi di ripristinare la pensione a Nicola , ci vorrà del tempo, la burocrazia italiana è infinita, ma siamo fiduciosi. Dopo questa scelta, con gli amici abbiamo optato per una vincente opzione di scrematura, mentre i parenti li lasciamo parlare…
E’ inutile litigare, non abbiamo più tempo da perdere!

 

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