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Impariamo ad essere grati

Giovedì sarà Thanksgiving Day , il Giorno del Ringraziamento Americano. Lo so che non è una tradizione italiana, ma credo che si possa utilizzare questa festa americana per veicolare dei concetti molto importanti. Oltre a dare ai bambini qualche cenno di storia:

“I Padri pellegrini, a bordo della Mayflower, erano arrivati sulle coste americane nel 1620, dopo un duro viaggio attraverso l'Atlantico, in cui erano periti molti dei pionieri imbarcati. Con l'inverno ormai vicino, il cibo scarseggiava anche perché il territorio era selvatico e inospitale. Il primo anno fu molto duro e molti morirono. Con l'arrivo della primavera del 1621 la situazione migliorò anche grazie all'aiuto dei nativi americani. Il governatore William Bradford indisse un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il primo raccolto positivo. Alla festa i coloni invitarono anche gli indiani. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono il tacchino e la zucca, ancora oggi queste sono le pietanze che si trovano sulle tavole imbandite a festa delle famiglie USA.”

ho pensato di parlare con loro della gratitudine .
A mio avviso quello che rende speciale questa celebrazione è riflettere su cosa ci riempie il cuore di gratitudine , un concetto non sempre preso in considerazione da grandi e piccini. Noi abbiamo creato un cartellone sull'argomento e abbiamo chiesto a tutti quelli che ci hanno visitato in questa settimana per che cosa fossero grati . I bambini hanno intervistato anche alcune persone incontrate per strada, il panettiere, il cartolaio e il vicino di casa. In molti hanno sgranato gli occhi a questa domanda. Le risposte colorate di ciascuno sono appese sul muro della nostra cucina. Abbiamo osservato che al primo posto compare la buona salute e che il secondo pensiero più gettonato è rivolto alla famiglia . Per i bambini pare quasi un gioco, un gioco che fa riflettere e crescere.

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