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L’unione fa la famiglia unschooler

Mi chiamo Giuliana, ho 12 anni e sono una “ unschooler ” che tradotto in italiano sarebbe “ non scolarizzata “, ma niente paura non sono un’imbranata e nemmeno un’ignorante! Io ho imparato che l’apprendimento e l’educazione non hanno nulla a che fare con il frequentare la scuola.

Definirei il mio tipo di educazione come “ naturale ”, oppure “ reale ” come piace dire a mia madre. Imparo dal quotidiano, sperimento dal vivo e dunque essa si potrebbe definire anche un’istruzione “ sperimentale “. Inoltre, questo, è un modo di apprendere naturale perché non mi forzano studiare, io non devo studiare per obbligo , come invece si fa a scuola.

Nella mia vita tutto ha un senso e ciò m’invoglia a investigare e m’incuriosisce. Ad esempio, a me piace tanto scrivere quaderni descrivendo quello che leggo, quello che studio oppure ciò che sto investigando. Mi sbizzarrisco con le personalizzazioni e mi piacciono la geografia e la scienza, ma la storia è la mia passione… dietro ogni persona e ogni cosa c’è una storia per essere scoperta!

Nella mia famiglia l’aspetto spirituale è molto importante. Con questo intendo proprio la spiritualità , non la religione, e a me piace tanto avere anche la possibilità di vedere le cose della vita -anche le più comuni- con questo valore , un valore aggiunto, direbbe mio padre.

Io imparo quotidianamente attraverso la sperimentazione diretta , invece di informarmi esclusivamente attraverso i libri. Ho cominciato questo sistema di apprendimento proprio alla età di 8 anni (terza elementare) e quindi sono ormai 5 anni che procedo in questo modo, con mia sorella Giorgia che fa unschooling come me, mentre mio fratello Gianni per il momento no, ma lui è un tesorino speciale. Qualche volta mi trovo per studiare con degli amici che sono spesso anche i figli degli amici dei miei genitori. Di amici ne ho molti, ragazzi conosciuti in ambienti diversi, ma ho anche diverse amicizie casuali. Tutti mi hanno sempre accettato e non mi hanno mai escluso per la mia scelta di educazione alternativa, io non cambierei assolutamente niente di come studio perché mi piace molto e quando avrò dei figli credo proprio che li educherei con lo stesso sistema.

Molti ragazzi della mia età speso mi chiedono come ero prima di iniziare questo percorso e io gli rispondo che non sono mai cambiata, ma ripensandoci devo ammettere che forse si… Forse oggi posso vedere oltre e sono anche più sana perché non mi contagiano l’influenza e altre malattie. Grazie alla tecnologia oltre ai ritrovi con gli amici possiamo parlare usando Skype o WhatsApp e simili. La tecnologia è una grande risorsa, ma solo quando non c’è niente altro da fare all’aperto…

Ho sentito speso tante persone criticare i miei genitori perché dicono che non mi lasciano vivere una vita “normale”. Anche se mia mamma ormai non fa più attenzione a queste critiche, io continuo ad arrabbiarmi perché vorrei tanto dire a queste persone che i miei genitori non mi parcheggiano da nessuna parte, come fanno in molti, ma mi hanno dato la possibilità di essere me stessa!

Secondo me, con questo tipo di educazione, posso edificare e rafforzare i legami con i miei genitori e fratelli e passare più tempo insieme , a noi piace condividere tutto. Molto spesso assisto a delle scene terribili tra genitori e figli, che praticamente urlano in pubblico e si mandano a quel paese. Mi rattristano le situazioni del genere e non vorrei mai trovarmi così, un giorno. Io non sono una santa, ma ho imparato che tutti i rimproveri e le punizioni che ricevo da parte dei miei genitori sono solo a fin di bene e che quindi è importante ascoltarli perché attraverso la loro esperienza e gli errori essi ci parlano, per fare di noi persone migliori di loro. Con i miei posso discutere, dire la mia e anche non essere d’accordo, anche se so che in molte cose essi hanno l’ultima parola, ma va bene così.

Quando mi chiedono se sono felice, la mia risposta è: SI!!!!

Vi lascio con una poesia che ho scritto per mio fratello Gianni.

“Nessuno è come lui” di Giuliana Gattoni

Nessuno è come lui.

Così calmo e allo stesso tempo attivo e allegro. Tutto il tempo di buonumore, sempre che non li faccia male qualcosa, perché poi piange e allora il cielo diventa cupo e grigio… e scoppia un temporale… e comincia a piovere: sono lacrime, lacrime di dolore. Poi, però piango anch’io. Noi due siamo fratelli. Poi siamo cresciuti quasi come gemelli. Io, qualche anno fa, frequentavo la scuola primaria e prima, prima ancora, sono andata anche all’asilo; lui per poter stare con me è stato un anno in più.

Io ora non vado più a scuola. Comunque lui mi vuole bene. Non me lo può dire, perché non parla, ma me lo dimostra in tanti modi caratteristici, come quando dorme con me e mi abbraccia e mi tiene al calduccio. Speso giochiamo insieme. Ma non giochiamo ai soliti giochi!

Lui, per la patologia che ha, non può fare molte cose. E’ più basso di quello che in teoria dovrebbe essere. Ha in una mano cinque dita e nell’altra tre, ma ha dei capelli neri come la notte e degli occhi castagni tanto lucidi che a volte sembrano brillare di luce propria.

Comunque giochiamo spesso al padrone (che è lui) e il cammello (io), camminiamo per il deserto (la casa). In realtà io cammino lui che è a cavalluccio su di me; siamo in cerca di un oasi (il letto); ma no, aspetta: ora è un re che cavalca il suo cavallo e davanti c’è la serva (nostra sorella Giorgia) che sventola la bandiera del nostro paese (la camera); ma che dico: ora è su una giostra e gira a tutta velocità!

E lui si diverte tantissimo con noi, lui, “il mio tesoro”, che mi consola sempre quando sono giù di morale, dandomi baci e abbracci, lui che sarà sempre nel mio cuore, e che amerò per sempre. Lui, Gianni il mio fratellone, che mi ama da sempre.

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