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Insegnare o imparare?

Ho appena salutato un ragazzo che mi ha intrattenuto per un’ora ripetendomi la sua lezione di letteratura inglese.

Faceva all’incirca così:
“La commedia eroica del XVII secolo riguardava un conflitto tra amore e dovere, morale religiosa e istinto individuale. Tra i migliori autori ricordiamo Lope de Vega , Pierre Corneille e Jean Racine , essi hanno influenzato gli autori inglesi. In Inghilterra gli anni che vanno dal 1664 al 1674 sono quelli in cui la commedia eroica si è più diffusa. Ricordiamo John Dryden con la sua opera -The Conquest of Granada- 1670/71. Il metro usato era il pentametro giambico….”.
Svariate erano le pagine dedicate all’argomento e l’interrogazione sarebbe stata su almeno ¼ del libro.

Bene, ho pensato mentre mi ripeteva queste date e questi nomi, il teatro è un argomento affascinante, esso ha una duplice dimensione: sociale ed estetica; è un’esperienza stimolante, sociale e socializzante, affina lo spirito critico e stimola la sensibilità estetica. Parlare e leggere di teatro tocca il cuore e la mente.

Oppure no.

“Lope de Vega sarà spagnolo, vero?”
“Si, lo è. Hai mai letto qualcosa di questo autore? Io no.”
“Non importa, devo solo ricordarmi il nome così come quello di Corneille e Racine, loro suppongo siano francesi”.
“Di Dryden avete letto qualcosa in classe?”
“No, di lui devo ricordare le date e quello sottolineato in blu”.
“Quindi devi spiegare la trama?”
“No, solo che parla della guerra tra Mori e Spagnoli”.
“Guerra per che cosa, ne avete parlato?”
– Sguardo attonito e annoiato del tipo “Per favore non infierire”. –
“Intanto la parte sulla tragedia è più lunga passiamo a quella…”
“Tu cosa preferisci le tragedie o le commedie?”
– Sguardo ancora più annoiato “Le commedie”.
“Perché ti piacciono le commedie? Quale è una commedia teatrale che ti piace?”
“Non saprei. Tanto Dryden è stato criticato e la sua opera non ha avuto grande successo”.
“Sai il perché di questa critica?”
“No, non è da sapere per l’interrogazione, non importa, ora andiamo avanti”.

Memorizzare significa imparare? Memorizzare significa comprendere? Ciò che viene memorizzato verrà ricordato a lungo? Se dopo l’interrogazione il mio amico dimenticherà tutto (o quasi) per far spazio a nuove date e a nuovi nomi riguardanti le pagine seguenti, significherà che ha imparato quello che ha studiato? Qui non stiamo nemmeno parlando del rapporto tra lo studente e l’insegnante, ma del rapporto tra il libro (le righe sottolineate) e lo studente. Come pensate che in un contesto come questo si possano utilizzare le parole insegnare e imparare? Con quale coraggio si può definire quest’assurda perdita di tempo come studio? Un insegnante può spiegare, può essere coinvolgente, ma se gli studenti non vogliono egli non insegnerà loro veramente nulla. Il fattore apprendimento è solo ed esclusivamente nelle mani degli studenti. Questo è una delle tante pecche del sistema: non si può insegnare se dall’altra parte non c’è interesse. Quando pensate ad insegnare mettetevi nei panni di coloro che devono imparare. Si fanno tanti discorsi sul come insegnare, ma del come s’impara si parla molto poco… E’ necessario cambiare prospettiva.

In futuro invece di dire ai vostri figli “Te l’ho insegnato” dite “Lo hai imparato”.

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