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No, ma stai scherzando?!

Parlate di homeschooling ai vostri parenti? Al fruttivendolo? Alla vicina di casa che si domanda perché i vostri figli siano a casa ogni mattina?

Io si. Ne parlo tutti i giorni, se non mi capita l’occasione la creo, perché credo che se tutte le persone fossero a conoscenza della possibilità di fare scuola a casa allora la smetterebbero di trattarci da marziani. Oppure lo farebbero ancora, ma almeno non cadrebbero dalle nuvole ogni volta. Controscuola nasce anche per divulgare l’idea dell’homeschooling tra quelli che non ne sanno nulla.

Per ora sono venuta in contatto con quattro categorie di persone: quelle che sembrano ascoltarti, ma che in realtà non lo fanno, quelle che ti ascoltano e credono tu stia scherzando e poi rimangono perplesse una volta che hanno capito che fai sul serio, quelli che ti guardano con disgusto e infine quelli che si stupiscono, ma tentano di comprendere le tue ragioni.

1. Quelli che fingono di capire ti ascoltano dall’inizio alla fine sorridendo e poi, inginocchiandosi amichevolmente davanti al bambino, gli chiedono: “Allora, l’anno prossimo farai la prima elementare?”.

2. Quelli che rimangono perplessi ti chiedono tre volte la stessa cosa per assicurarsi di aver capito bene e poi partono con delle domande standard (ormai li anticipo prima che aprano bocca) tipo “Ma i bambini come fanno a socializzare?” oppure “Ma tu sei in grado di insegnare tutto quello che serve?” o ancora “Ma vale solo per le elementari, giusto?”.

3. Quelli che sono assolutamente contrari alla faccenda dicono cose del tipo: “L’idea di segregare un figlio in casa e non lasciargli le occasioni di crescita che il contatto con altre figure adulte e di coetanei gli darebbe, mi dà i brividi, mi sa di paranoia, mi provoca una nausea verso un tipo di genitorialità ossessiva e bla, bla, bla” (non l’ho inventato, mi è stato scritto veramente!).

4. Quelli che hanno voglia di ascoltare con attenzione sono spesso quelli che accettano e capiscono da dove arriva questa scelta, a volte si augurano di poterlo fare nel futuro o ammettono che non fa per loro, quantomeno sono per il “vivi e lascia vivere”.

Nel mezzo ci sono tutta una serie di sfumature, ma nella maggior parte dei casi mi sembra quasi di dovermi giustificare . Come se fosse una cosa negativa prendersi la piena responsabilità della crescita dei propri figli!

Per aiutarvi (e aiutarmi) in questa pionieristica avventura abbiamo creato un volantino di spiegazioni che potete scaricare e stampare cliccando qui. La prossima volta che sarete al supermercato di mattina con i vostri figli e la cassiera vi chiederà: “Ma c’è sciopero alle scuole?” voi potrete prontamente estrarre il volantino dalla borsetta e porgerglielo cordialmente.

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