Di recente parlavo con mio zio che mi chiedeva se avessimo mai paragonato le capacità dei nostri figli che fanno unschooling con quelle dei bambini scolarizzati. Nello specifico mi chiedeva se avessimo fatto dei test. Gli ho spiegato che non seguiamo il curriculum scolastico e che non ci teniamo a far esaminare i nostri figli proprio perché, avendoli costantemente sotto gli occhi, non abbiamo bisogno di un test che ci dica a che punto sono, lo sappiamo già! Mi ha chiesto inoltre come facciamo, io e mio marito, a preparali nelle materie scolastiche e quali conoscenze avranno i bambini al termine dei loro studi casalinghi. Ciò ha aperto un discorso ancora più ampio.
I ragazzi che vanno a scuola non vengono preparati per il futuro che li aspetta.
La realtà odierna è in continuo mutamento e quello che imparano seduti a un banco probabilmente risulterà datato quando inizieranno a lavorare. Non so voi, ma nella mia vita sto utilizzando poco o nulla di ciò che ho imparato a scuola. L’incertezza costante: l’incapacità di prevedere i trend futuri dell’economia e del lavoro, continua ancora oggi come ieri, ma il sistema educativo rimane sempre un passo (…o due, o tre) indietro. Purtroppo non s’insegna ciò che conta veramente per ottenere un futuro felice e il successo lavorativo e personale.
Mio zio mi guardava interessato ma incerto, ho quindi cercato di spiegargli come, io e mio marito, ci stiamo impegnando a crescere i nostri figli.
Il nostro approccio educativo stravolge completamente le linee guida tradizionali, significa fare tabula rasa della propria forma mentale (e quella della maggior parte della gente che ci sta attorno) e provare qualcosa di completamente nuovo. Sapevo di metterlo alla prova con la mia spiegazione…
Noi privilegiamo un percorso da autodidatti da subito, quindi non proponiamo loro alcuna nozione preconfezionata e non li sottoponiamo ad alcun tipo di esaminazione. Stiamo imparando accanto ai nostri figli, osservandoli e sostenendoli nelle loro ricerche e scoperte. Il fatto di essere i protagonisti di un cammino la cui direzione è sconosciuta, rende l’avventura ancora più emozionante e imprevedibile. Questo ci permette anche di costruire un percorso assolutamente originale, che non riprende nessuno schema già in uso.
Una qualità che riteniamo fondamentale per il cittadino del futuro è di avere una mente inquisitiva e la capacità di imparare in autonomia. Ogni bambino ha un bagaglio di domande infinito, e il nostro compito è semplicemente quello di mantenere viva la fiamma della conoscenza. Lo facciamo in molte maniere, per esempio facendoci in primis noi tante domande e poi valutando con loro le possibili risposte. Tutti i bambini hanno questo spirito di ricerca ma, troppo spesso, esso viene soffocato in nome del sistema educativo tradizionale che non incoraggia il pensiero divergente e riempie le teste degli studenti con nozioni già pronte. Le lezioni vengono assimilate temporaneamente per poi essere rigurgitate nel momento del test. Questo tipo di esercitazione sterile uccide il pensiero critico.
Le domande che ci poniamo ci portano a essere sempre più curiosi: ciò conduce a iniziare una serie di progetti sull’argomento prescelto, che portiamo avanti insieme, in famiglia. Anche le necessità di ogni giorno, come per esempio imbiancare la casa, oppure trovare i soldi per una bicicletta nuova o programmare una vacanza, ci portano a ideare dei progetti, ciascuno con il proprio scopo ben definito. I bambini osservano anche me e mio marito lavorare, e seguono i nostri percorsi lavorativi sia come spettatori, che in prima persona. A differenza dei “lavoretti”, che sono un surrogato ludico della realtà, già il nome ne denota la pochezza, questi sono progetti concreti che hanno una conseguenza reale nella nostra vita. Sono iniziative che necessitano un confronto con entità tangibili quali il denaro, il tempo, le risorse familiari, ecc…
Ovviamente, ogni giorno ci si propongono una serie di problemi e noi lasciamo che siano i bambini a trovare le opportune soluzioni a quelli alla loro portata, mentre per quelli più complicati chiediamo comunque e sempre la loro opinione. Più di una volta la loro freschezza ci ha permesso di trovare una soluzione originale, alla quale noi adulti non saremmo arrivati da soli. Li incoraggiamo quindi a procedere per tentativi, suggerendo di riprovare se falliscono e congratulandoci con loro per le conquiste ottenute. Questo processo alimenta la loro autostima e la sicurezza di poter sormontare qualsiasi ostacolo che la vita gli presenterà. Così saranno esperti di problem solving, una dote impagabile.
Libertà
Questo continuo esercizio, unito a una grande libertà, li porta inevitabilmente a scoprire le proprie passioni. Noi genitori siamo presenti per stimolarli in svariate maniere, senza mai giudicare il loro percorso, anzi offrendo possibilità sempre differenti e interessanti. Trovo che il centro della vita di un individuo dovrebbe essere la passione per il lavoro svolto, non c’è nulla di più triste di un essere umano che non possa perseguire la propria vocazione. E’ altrettanto vero che non è facile oggigiorno incontrare persone che abbiano trasformato la loro passione in lavoro, anzi è più facile trovare individui che tristamente avanzano nella vita con un sogno oramai dimenticato nel cassetto.
Felicità
La felicità è il motore dell’esistenza, e per vivere bene bisogna saper essere felici indipendentemente da ciò che accade: tra tutte le cose che insegno ai miei figli, questa è di sicuro una di quelle che mi sta più a cuore. Troppi genitori insegnano ai bambini che la felicità è al di fuori di essi e che dipende dagli oggetti o dal denaro che si possiedono, oppure ancora dalle amicizie che si hanno o dai voti che si prendono a scuola. Fin da piccolissimi noi lasciamo ai nostri figli la propria privacy, la libertà di intrattenersi da soli: giocando, leggendo, immaginando, costruendo. L’ozio creativo e solitario è da noi largamente valorizzato con risultati positivi. La felicità si raggiunge da soli. Non ho praticamente mai sentito i miei figli lamentarsi di essere annoiati. Piuttosto che algebra o il nome dei fiumi del centro America, si dovrebbe insegnare a essere felici. Il bambino che non sperimenta questo grado d’indipendenza rischia, una volta adulto, di attaccarsi in maniera morbosa ad un’altra persona, oppure di colmare il vuoto esistenziale con dei passatempi come i social o lo shopping, oppure peggio ancora, con il cibo.
Indipendenza
Un’altra qualità a cui teniamo molto è l’indipendenza. Diamo loro l’esempio su come fare numerose attività quotidiane: dal preparare un pasto, a pulire il bagno, ad andare a fare una commissione e controllare poi il resto al negozio. All’inizio ci affianchiamo a loro aiutandoli e correggendo gli errori, sicuramente lodandoli per i successi. Li lasciamo sbagliare un numero infinito di volte, ricordandoci che sbagliando s’impara. L’indipendenza conduce alla libertà, infatti vedo già come i più grandi sanno di non aver bisogno di un insegnante o di un genitore (o in un futuro lontano di un capo) che gli dica cosa fare, essi sanno cosa vogliono raggiungere e trovano da soli il modo per realizzare i propri sogni. Se lungo il cammino hanno bisogno di qualcuno che li aiuti, sanno bene a chi rivolgersi e in quali termini.
Compassione
Infine crediamo nella compassione per il prossimo, nell’empatia e nella felicità reciproca come fonte di benessere. La compassione è anche la chiave a un ambiente lavorativo positivo. Cerchiamo di parlare di compassione, fornendo esempi concreti, ogni giorno. La cosa che più conta in quest’aspetto dell’educazione è l’esempio di noi genitori, infatti ci preoccupiamo di essere sempre compassionevoli verso i nostri figli e il prossimo. Se incontriamo qualcuno che è infelice cerchiamo sempre di aiutarlo, se la persona è lontana allora inviamo degli auguri e dei pensieri felici. Sperimentiamo come il dare felicità, porti sempre benessere a noi e ai nostri cari. Basta veramente poco. La tolleranza va di pari passo con la compassione, e si allena conoscendo persone di diverse etnie, gruppi sociali e stati fisici. Noi cerchiamo di esporre i nostri figli a quante più forme di diversità ci sia possibile. Mostriamo loro quanto ci sia da imparare gli uni dagli altri e che essere diversi è un pregio, come dice il proverbio: “Il mondo è bello perché è vario”.
Cambiamento
A questo punto dal volto di mio zio era scomparso quel velo d’incertezza, e con un cenno della testa annuiva. La sua rigidità stava evaporando alla luce del cambiamento. Il cambiamento: la qualità più importante, in questo mondo in continuo mutamento. I miei figli si adattano al cambiamento sempre più facilmente e noi li mettiamo costantemente alla prova. Specialmente coloro che sapranno adattarsi al cambiamento potranno farcela ad avere successo nel futuro, questa è una delle poche certezze che possiedo. Io stessa mi sto allenando. La vita è un’avventura e non sempre (anzi, quasi mai!) le cose vanno come abbiamo progettato, ma da ogni situazione – anche quella più nefasta – possiamo trarre beneficio. Con il nostro esempio e la loro pratica quotidiana cerchiamo di tenerlo sempre in mente, e quante volte sono stati proprio i miei figli ad incoraggiarmi a rialzarmi e andare avanti, nonostante le avversità.
Ciao a tutti voi!Ache noi vogliamo unirci a questa guida e pacifica rivoluzione.Ci date dei consigli?Grazie e tanto di cappello:)
Il mercato non è mirato a soddisfare i bisgoni degli essere umani. La medicina non è indirizzata a risolvere i problemi di salute delle persone. La scienza non ha como scopo il benessere del pianeta e la sua integrità.
La legislazione non ha mai avuto come priorità la giustizia o il combattere la violenza.
Pretendere che in un mondo come questo la scuola sia fatta proprio per educare non è una pretesa assurda, si tratta ovviamente di follia.
Hai ragione Gustavo, ma allora come mai la stragrande maggioranza delle persone non se ne rende conto?
Il nostro scopo è di permettere ai nostri figli di scoprire quali sono le loro passioni e di perseguirle nella propria vita. Troppo spesso la scuola e l’istruzione vengono prima della famiglia, della felicità e dei propri interessi. I bambini oggi vivono una vita che non hanno scelto. La società li vuole preparare per il futuro, ma essi stanno vivendo ora! E’ come se noi adulti vivessimo la nostra vita preparandoci alla pensione. L’istruzione è fondamentale, ma è secondaria all’avere solide e forti radici e fiducia nella propria famiglia. Sicuramente troverai ispirazione dagli articoli del blog, puoi seguirci anche sulla pagina FB o unirti agli altri genitori che fanno homeschooling su http://www.educazioneparentale.org
Nulla da dire sui nobili intenti, io lavoro nel sistema educativo pubblico e ne vedo ogni giorno problemi e virtù. Anche io sono convinta che il sistema vada cambiato. Ciò che non condivido è l’autoreferenzialità che l’homeschooling si porta inevitabilmente dietro. Vi chiedo poi un’altra cosa: siete sicuri che il bambino sia davvero felice nel trovare in voi le pressochè uniche figure educative della sua vita? Non pensate che il fatto di avere più contesti e più educatori possa invece aiutarlo a decifrare meglio il mondo? Parlate di esperienza sul campo…ma sapete che finché ci siete voi genitori, il bambino non si sente davvero libero? Su che basi scientifiche vi appoggiate? Avete studiato un po’ di psicologia dello sviluppo? Sapete cosa avviene nella testa di un bambino quando apprende? Sapete che la scuola tradizionale che tanto disprezzate sta andando verso una tendenza chiamata apprendimento cooperativo? Banchi in cerchio, attività di problem solving, educazione all’aria aperta (frutto di pedagogisti che hanno proposto queste cose già a fine ‘800)…Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma vi prego non parlate della scuola odierna come della scuola degli anni del dopoguerra. Avrà molti problemi, ma non è così. L’ultima cosa: forse sarebbe meglio cercare di lavorare insieme per migliorare il sistema educativo tradizionale, invece che arrogarsi il diritto di fondare una controscuola e avere la superbia di sapere cosa è meglio per i vostri figli…siete sicuri di sapere meglio voi come prepararli alle sfide del domani, invece di organi sovranazionali che fissano obbiettivi comuni ( ad esempio la Comunità Europea)?
C’è tanta sfiducia lo so…la sento, e anche io sono demoralizzata…ma non credo che l’homeschooling sia la via giusta. Credo che i bambini di oggi debbano imparare a lavorare insieme…a sviluppare le loro passioni per poi metterle a servizio degli altri. Già. Perchè magari poi di queste passioni che hanno sviluppato non se ne fanno nulla, se non le condividono e non le sfruttano. Il lavorare insieme non uccide l’originalità, la libertà, il pensiero divergente, lo alimenta. Ammesso che sappiate davvero che significa “pensiero divergente”.
Lo sai che ti adoro, ma io ogni giorno chiedo scusa a mio figlio di non avergli saputo dare la vita che fanno tutti gli altri .
Faccio un esempio ho una cugina con la quale ho trascorso buona parte dell infanzia lei ora è insegnante di religione in una scuola materna del sud, anche io avrei potuto cercarmi un lavoro simile avendo i requisiti senza imbarcarmi nell HS. E soprattutto senza distruggere il matrimonio.
Il marito di mia cugina è un militare e torna dal lavoro con la camionetta e altri soldati che come Renzi ben dice devono presidiare le scuole passa dalla materna dove insegna mia cugina e poi va alla scuola dove va il figlio che è stato alle elementari in classe con mio figlio ora è alle superiori.
Una famiglia felice come ce ne sono tante .
A scuola incontra anche il mio ex che oltre al suo lavoro fa lavori di pubblica utilità e poi pranzano felici. A mio figlio la scuola non è mai piaciuta e quando la salute è venuta a mancare ho letto dell HS grazie a te, credo tu debba dire questo a tuo zio che c è un ragazzino in Italia che era codice rosso e ora sta bene ha ripreso a parlare e addirittura cammina di nuovo e adesso sta leggendo per il piacere di leggere è un ottimo cuoco e forse un giorno fara l attore o il cantante o il contadino per ora sta bene e dopo tutti i bimbi che ho visto morire in ospedale dico che siamo fortunati. Ho ancora dubbi ma risolvono vedendolo respirare
Mi colpisce e lascia perplessa soprattutto il punto sulla compassione. Voi “cercate di spiegare” ma non c’è spiegazione che valga il contratto con gli altri. Si può insegnare in modo diverso, si può insegnare non a scuola, ma della scuola il valore più grande sono venti compagni di classe diversi con cui relazionarsi. Quello come lo sostituite?
Qualcuno può aiutarmi a trovare una scuola così a Bologna? Io il sistema scolastico così com’è fatto lo rifiuto. Il mio bambino che frequenta il primo anno. Ha iniziato ad avere dei tic nervosi. Ma non trovo altra soluzione. Sono disperata… Qualcuno può aiutarmi non sò come aiutare il mio bambino. Avevo trovano la scuola Steiner anche hli orari andavano bene. Però chiedevano 600 euro al mese, compresa la mensa. Che ingiustizia!
Ciao Giada! Io nel mio piccolo ho lavorato per 15 anni in campo educativo. Ho studiato un po’ di psicologia e pedagogia. Ero assolutamente convinta che le insegnanti non si devono contraddire che ognuno deve fare il suo mestiere. Poi, ti trovi dall’altra parte… e tutto cambia. Quando non hai un figlio nella “norma” la scuola mostra il suo lato peggiore. Accusano i genitori e ti spingono a farti vedere dagli specialisti.
Ok!! Fatto. A 5 anni primo neuropsichiatra, dopo 3 incontri ci dice che è tutto ok! Dobbiamo lavorare sulle regole. Ok!
Prima elementare è uscito con il 7 in condotta. Contattiamo una psicologa che faccia da ponte anche con la scuola. Fa i suoi test.. risultato niente.
Terza elementare i problemi comportamentali aumentano. Risultato? Una settimana di ricovero in reparto di neuropsichiatria. Diagnosi? Immaturità emotiva.
Ciclo dallo psicologo. Poi psicologa della scuola che incontra noi genitori e Alessio fino alla quinta elementare.
Vacanze ok! Come sempre. Chi lo conosce fuori da scuola non crede a quello che raccontiamo.
Prima media. Ritornano le problematiche. Ritorniamo dalla psicologa che sconfitta ci dice: abbiamo fatto tutto ora deve sbattere la testa. Deve provare la bocciatura.
Io e mio mariti non siamo d’accordo. Perdere un anno non sappiamo se possa aiutare o peggiorare. Nuova richiesta al centro di neuropsichiatria. Nuovi controlli e il risultato. Niente.
Lui ora si rifiutava di lavorare in classe. E la scuola cosa propone? Sospensione per 2 settimane. La scuola deve dare un segnale forte. Ho chiesto a chi??? Al gruppo classe è stata la risposta.
Ora la scelta X L’ hs. Non sappiamo se è la strada giusta. Ma le umiliazioni e la sofferenza che caricavano su Alessio e su di noi non erano più tollerabili. Forse la scuola non è per tutti.
Anita
Cara Anita che sofferenza ma tuo figlio cosa dice di che ha sofferto nella scuola ? Non può essere il ragazzino il problema , hai provato a farlo disegnare magari si apre e ti racconta qualche esperienza, baci.
Cara Erika se permetti vorrei rispondere ad Alice che chiede come si sostituiscono 25 compagni di classe, a mio figlio non sono capitati i protagonisti del libro Cuore, quando stava male mai una telefonata, se chiedevo loro o alle loro madri perché mio figlio piangeva a scuola si chiudevano in un silenzio che manco all obitorio, ora mio figlio frequenta la palestra in mia compagnia dove si relaziona amichevolmente con 40 persone adulti e coetanei e non piange più poi ha amici ovunque, e facciamo gite e studiamo a casa ma selezionandoli sentendoli vicini al nostro animo amandoli uno per uno non perché ci sono capitatati ma perché li scegliamo ogni giorno
Ho un ragazzino di 12 anni dislessico e la scuola lo stressa ,non riesce a socializzare è sempre deriso.
Ha sempre coliti,vomita e soffre di crampi e diarrea.
Ho pensato di organizzare un istruzione a casa con un insegnante privato.Credete chi sia una fuga dalle difficoltà o un possibile aiuto per
trovare qualità e interessi?
Non è assolutamente una fuga! Sono certa che, se vi organizzate e sopratutto se vi informate bene sull’HS e vi mettete in rete, tuo figlio si riprenderà e tornerà ad avere fiducia in se stesso.
L’Homeschooling non è una scuola, è una rete di famiglie o anche famiglie singole che si organizzano per istruire i propri figli personalmente. Senza delegare 🙂
Alice, secondo te i bambini stanno sotto vetro 12 ore al giorno e li tiriamo fuori solo per “fare lezione”? Gli Homeschoolers hanno una rete di amicizie che è ben più variegata dei 20 bambini di una classe, anche solo per il fatto che tra queste amicizie ci sono individui di tutte le età, di tutte le realtà sociali, e la possibilità di vedersi in spazi liberi da costrizioni.
Cara Giada, grazie per il tuo commento. Forse non sei al corrente del fatto che gli homeschoolers si coordinano in tante “reti” e gruppi sul territorio nazionale. Inoltre, i genitori HS credono di conoscere così bene i loro figli da scegliere per e con essi questo percorso educativo alternativo, senza “fondare scuole”, ma rimanendo le loro guide, i loro sostenitori e facendo il loro bene. La scuola non fa per tutti, così come l’Homeschooling.
Ho cinque figli e vi assicuro che una classe scolastica è l’ultimo posto al mondo per imparare la compassione o la solidarietà.La società di oggi è stracompetitiva e i bambini si portano questo atteggiamento in classe (vestiti, voti, zaini, cellulari tutto è pretesto per paragoni e competizione).A parte 1 o 2, i migliori amici dei miei figli NON sono loro compagni di classe, ma amicizie nate in altri ambienti (viaggi, chiesa, passeggiate).Amicizie vere e non imposte da una galera che dura 8 ore al giorno. Esempi di frasi che i bimbi hanno riportato a casa già a 6-7 anni: “I napoletani puzzano”, “gli albanesi sono ladri”, “i grassi fanno schifo”, “i neri sono scimmie”.
Buongiorno a tutti! Da un mese a questa parte io e mio marito abbiamo intrapreso l’insegnamento hs per nostra figlia. Premetto che pur non avendo una visione totalmente ottimista della scuola ho comunque mandato il nostro primogenito sia alle elementari sia alle medie (che sta finendo quest’anno). Lui è stato fortunato perché ha trovato una buona insegnante elementare (a parte in terza dove un insegnante chiedeva ai bambini di “far uscire i quaderni”) e anche alle medie. Il problema si è presentato con la secondogenita. Premetto che ha frequentato l’asilo senza problemi (ottima insegnante che le ha dato tanto dal punto di vista umano e con la quale abbiamo un bel rapporto di amicizia ora). A settembre ha iniziato la scuola e da lì è iniziato l’incubo. Quelli che prima sembravano “capricci” sono diventate vere e proprie crisi isteriche all’ingresso della scuola. Le maestre, pensando di far bene, la portavano dentro con la forza e io la sentivo gridare da fuori. Finché una mattina durante una di queste crisi perde addirittura i sensi. Subito in pronto soccorso in ambulanza e da li una serie di visite neuropsichiatriche. Le crisi continuavano anche a casa e duravano anche un’ora (diventava aggressiva, sputava era trasformata, poi si addormentava e al risveglio non ricordava nulla). Niente di neurologico quindi tutta una questione psicologica “lei a scuola non riesce ad andare!”. I giorni persi iniziavano a diventare troppo e la preside ci anticipa la possibilità di bocciatura. Io da anni insegno in un doposcuola ai bimbi ed insegno agli adulti e quindi ho detto a mio marito che ora è il momento per me di insegnare a nostra figlia. Il risultato: la bimba è rinata! È tornata a dormire (faceva tutta la notte sveglia a gridare e dimenarsi), ha ripreso a mangiare e soprattutto a sorridere (lei è sempre stata solare). Ama imparare, sta iniziando a leggere, facciamo cose diverse ma curiose e interessanti, ha ripreso a frequentare gli amici (prima non voleva vedere nessuno )…insomma sta tornando ad essere lei! Per me è troppo importante sapere che mia figlia impara! Ma sopratutto che ama farlo! Non per un voto, ma per sapere. Lei è una di quelle bimbe che a scuola non ce la fa. Ora con hs sta rinascendo! e sono felice che in Italia ci sia questa possibilità.
Che bel lieto fine morena!! ❤️
Complimenti per tutte le informazioni utili anche legali! Io credevo che fosse obbligatorio mandare i figli a scuola o fargli fare l’esame da provatisti. Mi avete aperto un mondo grazie! Ho una domanda. Questa non é rivolta alle esigenze del bimbo…per me vince HS su tutta la linea e sto seriamente riflettendo di metterlo in pratica. So di poter risultare egoista, ma in tutto questo bel quadro mi potreste dare qualche consiglio su come organizzare il tempo anche per me, per le mie attività? Voi come avete fatto? Io sono libera professionista e ricevo nello studio di casa. Ricevo solo la mattina il che mi permette di essere una mamma serena che passa interi pomeriggi col figlio…altrettanto felice. Se stesse a casa anche la mattina, dove va a finire il tempo per me (la mia terapista, i miei clienti, le passioni come le arti marziali la scrittura etc.)? Voi come vi siete organizzate? Considerate che non ho parenti nella mia città……grazie per i consigli!
La trovo una cosa meravigliosa …peccato non esserci arrivata prima ..il mio bimbo è l’ultimo anno delle elementari per nulla contenta e lui meno di me …….come potremmo fare …..possiamo cominciare da ora ..sono confusa ….vi invidio moltissimo ……..bravi bravi bravi
Articolo molto interessante
Domanda: ma a voi è chiaro che cosi facendo, impedirete ai vostri figli di diventare medici, ingegneri etc.?
Io ho fatto economia all’università e co avrei messo almeno un anno a prepararmi a iniziarla se non avessi fatto lo scientifico. Il quale aveva necessità che io conoscessi molto bene la grammatica italiana e fossi a mio agio con matematica intermedia come frazioni, potenze etc…le quali si imparano alle medie perché alle elementari mi hanno insegnato a contare, a leggere, e cos’è l’impero romano
Nessun dubbio che il tempo dedicato da me a musica e disegno tecnico sia stato buttato. Lo stesso dicasi per storia dell’arte che odiavo.
Ma con gli esami e l’insegnamento sono arrivato ai 18 anni dove ho avuto davvero la libertà: la libertà di scegliere se lavorare o studiare in primis e cosa studiare in secundis. 13 anni di scuola servono a darti le capacità di sederti al tavole della vita alla maggiore età con tutte le scelte a disposizione.
Quando i vostri figli dovranno competere per un posto di lavoro o parlare con dei coetanei dai 25 in poi…o gestire le loro finanze…o accendere un mutuo…o andare a visitare Roma…si troveranno a brancolare nel buio, in un mondo in cui non ci sono i genitori a guidarli, e costretti a interagire con gente non solo più preparata, ma anche abituata a fare esami a subire il bullismo, ad avere lo stress di dover fare cose controvoglia. E vi renderete conto che avrete scambiato 15-18 anni di dorata felicità per loro ma soprattutto per voi, con la loro vita
Vorrei sapere (bene se possibile) come applicare Homeschooling con il metodo Montessori.
Grazie e complimenti a tutti Voi.
MARIO
Bell’articolo ! Mi piacerebbe tanto fare hs a mia figlia. Ma con il lavoro come vi siete organizzati? Praticamente come si svolge una giornata tipo? Grazie per aver condiviso la vostra esperienza !
I miei figli hanno frequentato scuole buone e meno buone. Hanno imparato ad apprezzare gli insegnanti bravi, pazienti, empatici, ma anche ad adattarsi a quelli meno capaci,o addirittura inetti e maleducati. Sono cresciuti consci del fatto che la vita non è sempre giusta, che il mondo non è necessariamente modellato sulle loro esigenze, che le frustrazioni vanno gestite e le vittorie celebrate. Nessuno dei miei figli ha MAI riferito di episodi di bullismo. Entrambi i miei figli hanno sviluppato bellissime amicizie con compagni di scuola: la migliore amica di mia figlia era addirittura alla materna con lei, sono state insieme fino alle medie, e continuano a frequentarsi assiduamente ora che sono all’università. Lo stesso dicasi per mio figlio, che continua a frequentare ragazze e ragazzi con cui ha condiviso asilo, elementari e medie, oltre ad avere un bel gruppo nella sua attuale classe del liceo. Certo, la scuola potrebbe essere più attenta a tante esigenze. Certo, non c’è nulla di perfetto. Ma i miei figli sono equilibrati, sereni, fanno sport, hanno una vita sociale intensissima, si confidano con noi genitori e hanno imparato moltissimo a scuola. Mia figlia dopo il liceo è entrata in una prestigiosissima università inglese, dove non ha alcun problema, anzi, è spesso molto più preparata di tanti ragazzi locali. L’equilibrio, la serenità, la capacità di misurarsi con il resto del mondo, sicuramente non sono solo merito della scuola. Noi genitori abbiamo seguito i nostri ragazzi con tutta l’attenzione e l’amore possibile, abbiamo viaggiato con loro, li abbiamo esposti a mille esperienze, li abbiamo ascoltati, consigliati, aiutati a trovare la loro autonomia rispettando la loro personalità in formazione. Ma la scuola stata un’alleata (e per mio figlio continua ad essere) imprescindibile in questo processo. E, ci tengo a precisarlo, parlo di scuola pubblica, dove si mescolano ragazzi di tutte le estrazioni sociali, figli di papà e figli di immigrati, tutti insieme ad imparare a conoscersi e a non avere paura gli uni degli altri.
Federico, se i ragazzi HS vogliono frequentare le superiori possono farlo (tramite un esame), se vogliono frequentare università italiane possono farlo (tramite un esame), altrimenti se vogliono possono frequentare corsi e università americane che accettano senza problemi gli homeschooler da anni. I nostri figli avranno le stesse opportunità degli altri, anzi, forse di più. Sapranno studiare in gruppo, perchè come ha già spiegato a più riprese Erika, non vivono in una campana di vetro ma incontrano altri bambini HS e possono anche studiare insieme, sapranno cooperare e pure studiare da soli se serve. Ci sono esempi di ragazzi HS ormai cresciuti e sono tutti perfettamente inseriti nel mondo del lavoro.
Sono solo scelte di vita diverse, non per forza in competizione. Homeschooling è una risorsa in più.
Bravi genitori! Ma come fate a trovare tutto il tempo e la pazienza necessaria? E poi siete sicuri di rappresentare il meglio per i vostri figli? Siete sicuri di valutare con oggettività le loro potenzialità, i loro interessi, le loro aspirazioni? Sinceramente, se avessi dovuto seguire mio figlio ( che ora è ingegnere) nel suo percorso formativo, non mi sarei sentita a mio agio, anche perché, ricordo, quando cercavo di aiutarlo, lui mi rifiutava nel ruolo di insegnante, mi voleva solo come mamma. State correndo un bel rischio e mi auguro che ne siate consapevoli. Rischiate di compromettere non solo il futuro professionale e lavorativo, ma anche personale dei vostri figli! La scuola insegna anche a vivere, ad accettare e a superare le difficoltà, le frustrazioni, le sconfitte. La scuola educa al senso del dovere, al rispetto delle regole, degli orari e degli impegni. Come faranno i vostri figli? Forse siete così benestanti e liberi che orari, regole e responsabilità non vi appartengono? Beati voi!
Molto interessante… Complimenti
Ma come è possibile che una bambina normale,svenga urlando e scalciando pur di non entrare a scuola? Cosa vi ha detto in proposito? La scuola non faceva per lei?e a 25 nn i vi dirà che il lavoro non fa per lei…in ogni caso tranquilli… anche mia figlia a scuola si sceglie gli amici che più le piacciono con cui giocare. E con quelli che le piacciono meno ha imparato che esiste uva cosa chiamata tolleranza. Non si subisce, ma si cerca di capire perche non tutti la pensano come noi. Cosa che dovreste imparare anche voi…
Complimenti finalmente un gruppo di persone brillanti anche in Italia
Mi sono emozionata tanto da piangere leggendo questo articolo.
A breve mio figlio più piccolo, di due anni, verrà escluso dal nido perchè non vaccinato. Voglio riuscire a creare valore in questa situazione e a renderla un’opportunità per la mia vita.
Credo che questa opportunità si chiami homeschooling.
Grazie