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“L’adolescenza” non esiste

“Gli anni dell’adolescenza saranno anni difficili, forse terribili. Avremo a che fare con dei giovani irrequieti, in balia dei loro ormoni, ragazzi incapaci di controllarsi…” quanti genitori di bambini ora piccoli guardano al loro futuro con incertezza, preoccupati del fatto che i loro cuccioli si trasformeranno in maleducati e irruenti teenagers?

Cari genitori: l’adolescenza non esiste.
Mi spiego meglio: l’adolescenza è un’invenzione. Esiste solo nel momento in cui ci credete.
Non sto parlando dei mutamenti fisici, ovviamente quelli sono un dato di fatto, ma delle vagonate di problemi, colpi di testa e rischi che sembrerebbero essere associati alla fascia di età compresa tra i 13 e i 19 anni.

Nel 1904 G. Stanley Hall pubblicò uno studio in due volumi intitolato “Adolescenza”. Era il primo scritto su questo argomento. Nelle sue pagine egli definisce questo stadio della vita umana pericolosamente irrazionale e afferma che i giovani adolescenti necessitano di un controllo psicologico continuo da effettuarsi tramite l’obbligo scolastico.
Fu lui a dare il via a questa menzogna.

G. Stanely Hall credeva che gli esseri umani fossero esseri per natura irrazionali e istintivi e affermava che dovessero essere guidati da un leader carismatico che sapesse manipolare i loro istinti per il bene della nazione. Inoltre affermava che i figli unici sarebbero destinati a essere dei reietti e che i bambini in età preadolescenziale fossero dei selvaggi con cui non si potesse ragionare, addirittura da tenere sotto uno stretto controllo disciplinare (incluse punizioni corporali). Infine credeva fermamente nella selezione naturale, giudicava negativamente i poveri, i disabili e i diversi in genere ed era a favore della sterilizzazione forzata.

Questo professore americano, formatosi in Prussia e assistente di Wilhelm Wundt psicologo comportamentale, ha inventato una malattia chiamata adolescenza e poi ha deciso (insieme ad una stretta cerchia manageriale) di curarla con la scuola.
In questo modo la fetta della popolazione più attiva e produttiva veniva estromessa dalla società e confinata a passare gran parte della propria giornata lontana dalla famiglia, in mano a perfetti sconosciuti.

Vi state chiedendo il perché di tutto questo? Perché individui fantasiosi e ben integrati nella società sono difficili da gestire, sono difficili da controllare poiché irrefrenabilmente pieni d’inventiva.
Essi sono scomodi alla produzione di massa che necessita di consumatori di massa, fin da piccolissimi vengono istruiti al consumo proprio nelle scuole.

L’adolescenza è un allungamento dell’infanzia, porta i nostri figli a non crescere mai.
Guardiamo indietro di 100 anni o poco più: un individuo di 12 anni era un giovane adulto, aveva delle responsabilità, dei doveri e quindi veniva integrato più facilmente nella società come pari rispetto agli adulti. Quelli che oggi chiamiamo bambini erano dei produttori, davano valore alle loro comunità. Purtroppo oggigiorno la società ci mostra un volto di eterna giovinezza , non solo nel corpo, ma anche nelle azioni. I comportamenti bambineschi sono usuali in ragazzini ben oltre la soglia della maggior età e sfociano in una generale perdita dei valori e deresponsabilizzazione da parte degli adulti.

Gli individui infantili sono obbedienti e rappresentano la fetta dei consumatori più facili da gestire poiché offrono poca resistenza alle proposte di marketing. In quest’era dove le capacità dialettiche e critiche sono temute, i bambini sono spinti a seguire la massa e a farlo il più a lungo possibile. Tredici anni seduti in classe (ma se aggiungiamo gli anni di nido e scuola materna sono almeno 17), senza alcun ruolo attivo nella società, producono una massa di individui pronti a muoversi al suono di una campanella che pensano in maniera omogena essendo stati abituati ad ascoltare e ad ubbidire.

I nostri giovani purtroppo sono consumatori, non produttori, la società li ha formati ed etichettati per essere passivi e le scuole sono inevitabilmente diventate il miglior luogo dove questa trasformazione possa prendere atto. La scuola è diventata così un’importante pedina all’interno della corporate economy in tutto il mondo.

 

Facciamo la differenza: i nostri figli saranno dei giovani adulti , non degli adolescenti da tenere al guinzaglio. Diamo loro la possibilità di mostrare quanto valgono, quanto possono realizzare, in breve diamo loro fiducia . Non trattiamoli come piccoli incompetenti, anzi dedichiamo loro del tempo per fare in modo che acquisiscano delle competenze . Non è mai troppo presto per cominciare a responsabilizzare i bambini e così l’adolescenza porterà frutti maturi anzichè problemi da risolvere

 

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