L’istruzione non è lo scopo dell’unschooling. Lo scopo della nostra famiglia è quello di vivere insieme armoniosamente, lasciando che ognuno di noi segua le proprie inclinazioni. L’istruzione che ne deriva è concreta, permamente e ricca e ciò è dovuto al fatto che insieme viviamo un’esistenza intensa ed attiva. La nostra casa offre cose divertenti e interessanti da fare: la cucina è un laboratorio, il salotto ospita una biblioteca, il giardino offre animali e piante da osservare in abbondanza. C’è spazio per tutto: per danzare, per cantare, per disegnare, per correre, per creare e per esplorare.
Il nostro scopo è di permettere ai nostri figli di scoprire quali sono le loro passioni e di perseguirle nella propria vita. Troppo spesso la scuola e l’istruzione vengono prima della famiglia, della felicità e dei propri interessi. I bambini oggi vivono una vita che non hanno scelto. La società li vuole preparare per il futuro, ma essi stanno vivendo ora! E’ come se noi adulti vivessimo la nostra vita preparandoci alla pensione!!
L’istruzione è fondamentale, ma è secondaria all’avere solide e forti radici e fiducia nella propria famiglia.
Qui sotto vi elenco cinque elementi che trovo fondamentali per chi decide di fare unschooling.
Opportunità:
creare un ambiente pieno di opportunità per apprendere cose nuove. A casa e nella nostra città offriamo ai bambini stimoli di ogni genere: libri (da leggere e letti a voce alta), giochi che abbiano finalità concrete (misurare, pesare, confrontare, sperimentare…), uscite all’aria aperta, visite a musei e biblioteche, materiale lasciato a disposizione (colori, forbici, colla, plastilina, utensili da artigiano, scope, brocche… e sopratutto un clima familiare che valorizzi la cultura e il dialogo.
Attenzione:
prestare attenzione ai bisogni (richieste dirette e indirette) dei propri figli così come saper riconoscere i segnali (più o meno evidenti) di stanchezza e/o infelicità. Non ci poniamo come insegnanti che propongono attività preconfezionate, abbiamo un compito assai più difficile: osservare e comprendere. Come ballerini che si muovono al suono della musica, noi ci mettiamo in sintonia con le loro necessità, offrendo ciò che chiedono (stimoli, calma, approfondimenti, silenzio, conforto…). Il ritmo di apprendimento e la sintonia familiare vanno di pari passo, a volte è semplicissimo farli funzionare, altre un po’ meno.
Interesse:
questo è il motore della ricerca e dell’apprendimento. Se non si è interessati ad un argomento, ad un gioco o ad un libro difficilmente esso ci trasmetterà delle emozioni e ancor meno permarrà nella nostra mente e nel nostro cuore. Spesso i bambini forzati ad apprendere associano sentimenti negativi all’esperienza e questo ha ripercussioni anche gravi sulla loro vita. Noi seguiamo le passioni dei nostri figli e così tracciamo un percorso incredibilmente ricco di conoscenza vera, desiderata.
Libertà:
i bambini devono avere la possibilità di scegliere come, dove e quando imparare. Ognuno di noi segue il proprio ritmo senza imposizioni, senza curriculum da seguire. Io non impongo loro un’agenda da seguire con orari e verifiche, non lo ritengo necessario. Attenzione a non confondere questo con la mancanza di regole.
Sostegno:
la nostra presenza fisica e mentale. Noi siamo presenti e diamo supporto ai bambini quando essi ce lo chiedono. Offriamo materiale didattico, spiegazioni, ci congratuliamo con loro per i successi ottenuti, li confortiamo nei momenti di sconforto. Siamo al loro fianco come testimoni di un lungo percorso di crescita.
Interessantissimo post. Sintetico e completo, condividiamo in pieno!
Non saprei come commentare, mi limito a dire che è un gran bell’articolo ed un percorso meraviglioso
Mi piace molto questa impostazione!
Sono madre di 6 bimbi, e dopo 2 anni di “scuola a casa” siamo forse approdati finalmente all’unschooling. Ma, dopo la bruttissima esperienza dell’anno scorso, mi piacerebbe avere qualche idea o consiglio su come superare l’esame di idoneità seguendo il persorso naturale ed individuale dei bambini, soprattutto se dislessici.
Cosa ti è accaduto? Un esame travagliato? Trova un scuola che capisca qual’è il tuo tipo di approccio (difficile lo so…), usa molto il dialogo e fatti vedere spesso… Non appeno avrò la nostra esperienza concreta la condividerò, magari altri possono rispondere per ora.
Ho prob con il sito
Annalisa, per esame di idoneità intendi quello di terza media?
I miei figli hanno frequentato una scuola non-riconosciuta fino alla terza media e hanno fatto l’esame di idoneità dalla prima elementare in poi per poterli inserire nella scuola pubblica in qualsiasi momento avessi avuto bisogno. Gli esami si svolgevano nella scuola pubblica della porta accanto e se alle elementari ancora non era male, dalla prima media in poi gli insegnanti della scuola pubblica erano così prevenuti verso i nostri alunni ‘privilegiati’ che facevano di tutto per mettere in difficoltà i nostri ragazzi agli esami incluso quasi prenderli in giro. Così negli anni successivi la nostra scuola si è sentita in dovere di far partecipare un nostro insegnante agli esami per vigiliare che i loro insegnanti si comportassero in maniera degna del nome.
Invece per l’esame di terza media stessa la scuola si è appoggiata a diverse scuole abbastanza distanti dalla nostra e senza quei pregiudizi i ragazzi hanno svolto degli esami impegnativi, con insegnanti mai visti prima e sono usciti con risultati più che buoni se non eccellenti rispetto agli alunni della scuola stessa.
In poche parole, bisogna trovare una scuola che sia aperta a diverse forme di istruzione e l’esperienza dovrebbe risultare positiva per entrambi le parti – la loro ammirazione per un’istruzione alternativa e la vostra soddisfazione di aver raggiunto un obbiettivo seguendo un vostro percorso. In bocca al lupo!
Mi fate paura. Siete pericolosi.
Controscuola, non mi meraviglia il fatto che scriviate qual è con l’apostrofo (vedi vostra risposta nei commenti). Giustamente … senza insegnanti di grammatica…
Per aiutare chi sta affontando una situazione simile alla mia, voglio condividere alcune delle cose che ho imparato. Alcune le ho tratte dalla mia esperienza personale, altre osservando le persone attorno a me. Benche ogni situazione sia diversa, questi principi mi hanno aiutata a gestire il mio dolore.
My god, non bastava l’homeschooling, ora pure l’ unschooling… nessuno in casa va a scuola, nessuna mamma lavora dato che deve insegnare ai figli. L’anarchia più totale
Lo scopo della vostra famiglia è vivere insieme armoniosamente? Pensa forse chi chi manda i figli a scuola voglia male ai propri figli e voglia vivere senza armonia? Diciamoci la verità:siete catecumeni fanatici.
Questo è l’inizio di un nuovo paradigma. Ho un figlio di 8 anni e va alla scuola tradizionale, ma le cose che dici mi fanno riflettere profondamente.
Questa società frenetica ha bisogno di essere curata alla radice. Erika sei una pioniera coraggiosa e la gioia con cui coltivi il seme di questo cambiamento sociale è un veicolo potente.
Altri eliminerebbero i commenti negativi, invece tu lasci che ognuno si esprima liberamente, senza paura. Super!