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Buon 2012

Un caro augurio di Buon Anno a tutti i lettori del nostro blog, spero che il 2012 vi porti a realizzare un sogno nel cassetto, a costruire un’amicizia inaspettata e a passare tanto tempo con i vostri cari instaurando con loro un rapporto di fiducia e amore indissolubile . Questo vale sopratutto per i genitori nei confronti dei loro figli.

La società odierna mette duramente alla prova il rapporto tra gli adulti e le nuove generazioni, siano essi neonati, bambini o adolescenti. A volte mi guardo attorno e mi pare che tutto ciò che ci circonda sia stato costruito per renderci la vita difficile e per indebolire le relazioni interpersonali, questo in ogni contesto: familiare, scolastico, comunitario… Genitori bombardati di informazioni inutili che cancellano ogni istinto primordiale di cura e affezione, insegnanti oberati di lavoro alle prese con classi numerose e programmi obsoleti, bambini prede di pubblicità e falsi miti che alimentano un vuoto interiore palpabile. E’ la società odierna che non risponde alle necessità dei bambini, il dito non va quindi puntato contro i genitori o gl’insegnanti, come purtroppo spesso succede, ma verso un sistema che si è venuto a creare nel corso dell’ultimo secolo.

Sempre più spesso vedo bambini piccolissimi collocati dalle sei alle otto ore presso i nidi d’infanzia, bambini più grandini che passano dall’asilo alle tate, quelli delle elementari stressati da compiti e attività pomeridiane, per non parlare degli adolescenti che utilizzano la libertà acquisita grazie all’età passeggiando senza meta e comportandosi in modo immaturo. Cosa manca a questi individui? Mancano le fondamenta, le radici, la sicurezza di un legame indistruttibile. Essi non hanno modo di soddisfare una necessità insita in ogni essere: quella di attaccarsi ai propri genitori.

L’affetto, la dedizione, la dipendenza che si creano nella relazione tra genitore e figlio sono ignorati, sottovalutati o centellinati. Spingiamo i nostri figli a passare la maggior parte della loro infanzia lontani dalla famiglia, in compagnia di altri bambini, lontani dal calore della casa . Divisi per gruppi in base all’età e privati dalla possibilità di essere attivi nella società, essi non godono dei benefici che porterebbero le relazioni intergenerazionali. Le famigli allargate sono un ricordo e nonni, zii e vicini di casa spesso sono solo volti senza nome. Gli insegnanti hanno talmente tanti alunni da seguire che non riescono ad instaurare un legame esclusivo con ciascuno studente. La religione, fonte di legame e passaggio di valori di generazione in generazione, è spesso un vago ricordo o una semplice formalità. Le statistiche sui divorzi sono balzati alle stelle, la digitalizzazione del sapere è cresciuta a scapito della trasmissione orale e comunitaria dei valori e dell’esperienza,  il gioco tecnologico e solitario ha soppiantato l’interazione personale, mentre la televisione ci imbottisce d’immagini fasulle e tutto ciò rende frammentato e innaturale il panorama che offriamo ai nostri figli.

Cosa dobbiamo fare per proteggere i bambini e rinnovare la nostra comunità? Dobbiamo prenderci la piena responsabilità dell’educazione dei nostri figli. Dobbiamo dedicare loro tempo e amore, essi devono essere la nostra priorità. Questo a prescindere dalla scelta di educarli a casa o meno, lo voglio sottolineare. L’educazione parentale non è una scelta adatta a tutti, ma l’essere dei genitori assennati e presenti è un dovere al quale nessuno può sottrarsi. I nostri figli hanno bisogno di stare con noi, essi appartengono alla propria famiglia, non alla scuola o al giro di amici. La maggior parte dei problemi comportamentali dei giovani deriva da una mancanza di attaccamento, da una perdita d’identità, da un doloroso sradicamento interiore. Lasciati soli, senza l’amore incondizionato di un adulto, si fanno forza tra di loro arrivando a rifiutare e addirittura ad attaccare tutto ciò in cui non si riconoscono. Dobbiamo spendere il nostro tempo e usare il nostro ingegno per ricreare quella comunità che i tempi moderni ci hanno tolto. Dobbiamo farlo nonostante i ritmi frenetici, il lavoro che incombe e le distanze che crescono. Dobbiamo tessere una stoffa nella quale s’intreccino volti, odori, sapori, rituali e ricordi e con essa avvolgere i nostri figli. E’ un compito estremamente difficile di questi tempi, ma vi assicuro che vi porterà dei tesori incommensurabili . Io raccolgo i frutti del mio lavoro ogni giorno. Non siete soli.

Chiudo con un pensiero per coloro che stanno valutando la possibilità di fare educazione parentale e per coloro che ci seguono da qualche tempo.

Spero che nel 2012 ogni famiglia possa educare i propri figli con il pieno rispetto delle istituzioni. Personalmente sono in contatto con numerosi genitori in tutta Europa e con essi sto pianificando la nascita di un gruppo comunitario che possa rendere sempre più solide le basi dell’homeschooling nei nostri Paesi. Vi posso assicurare che c’è molto fermento. E’ anche per questo (…e per il mio quartogenito in arrivo non lo nascondo) che ho avuto meno tempo da dedicare al sito. Vi lascio con 5 dritte dedicate a coloro che stanno pensando di unirsi a noi. Mi auguro che i genitori con più esperienza circa l’educazione parentale possano allungare la lista con i loro preziosi commenti. Nel prossimo post terminerò l’elenco con altri 5 consigli utili.

 

  1. Credete in voi stessi. Ce la potete fare, avete insegnato a vostro figlio a parlare, camminare e socializzare senza una laurea… l’apprendimento è un processo naturale. Ci hanno inculcato che solo i professionisti del mestiere possono insegnare ai giovani, ma la realtà è che i bambini che apprendono a casa con l’amore e l’attenzione dei propri genitori, in un ambiente stimolante,  impareranno tutto ciò di cui hanno bisogno velocemente, facilmente e in maniera responsabile.
  2. Andate piano. Valutate lo stile di apprendimento che ha vostro figlio, quali sono i suoi interessi, come voi amate insegnargli. Prendete tempo e pianificate le vostre giornate insieme. Nessuno vi corre dietro, sopratutto in questo caso la fretta è cattiva consigliera. Non affrettatevi a comprare libri e programmi, molto materiale educativo è sotto i vostri occhi e non occorre chissà quale scienza infusa per trovarlo.
  3. Prendetevi un’utile pausa di riflessione. Sopratutto nel caso in cui state togliendo vostro figlio da un corso di studi tradizionale, considerate la necessità di una pausa in cui lo lascerete libero. Libero di riorganizzarsi, di riprendere contatto con se stesso e le proprie esigenze, sarà più pronto e motivato a mettersi al lavoro in un secondo momento. Questo non significa dargli la libertà di giocare ai videogames o guardare la TV o dormire tutto il giorno, deve essere un processo di recupero controllato e stimolante. In alcuni casi questo recupero dura anche un anno intero!
  4. Create attorno a voi un ambiente positivo e di supporto. Questo potrebbe essere difficile in alcuni casi e molte delle vostre forze potrebbero essere utilizzate per rispondere a domande noiose, dovendo dare spiegazioni sulla vostra scelta. Evitate questi confronti se sentite che drenano le vostre energie. Circondatevi di amici che condividono la vostra scelta o che vi sostengono, la nostra comunità virtuale può offrirvi aiuto in caso di bisogno.
  5. Siate in accordo con il vostro partner. Fare educazione parentale non è un compito facile, avrete bisogno dell’aiuto di tutti i componenti della vostra famiglia per affrontare questo viaggio.

Buon 2012 a tutti!

 

 

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