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La scuola a casa è roba da ricchi?

No.

Posso portare il nostro esempio.

Siamo una famiglia di 5 persone:  mio marito ha uno stipendio da impiegato, io non lavoro, abbiamo 3 figli, diversi animali domestici, un mutuo molto lungo sulla casa, un’auto e una moto (mio marito percorre 60 Km ogni giorno per andare a lavoro), paghiamo le tasse e tutte le bollette come sicuramente fate voi. Non ci manca nulla. Certo è vero, non andiamo al ristorante, non andiamo spesso dal parrucchiere e non facciamo week end fuori porta di routine, ma siamo felici lo stesso. Abbiamo deciso di fare homeschooling e a dire la verità questo non farà variare il nostro budget, anzi non avremo spese di benzina per portare i bambini a scuola e nemmeno rette per la mensa da pagare.

Trovo che l’investimento più oneroso  in questo tipo di progetto sia di tipo emotivo,  di tempo, di fiducia.

Innanzitutto bisogna che i genitori trovino un modo di far conciliare il loro lavoro con il tempo da dedicare ai propri figli. L’ideale sarebbe che uno dei genitori stesse a casa, oppure entrambi potrebbero lavorare seguendo dei turni alternati se l’impiego lo permettesse.

Lavorare da casa sarebbe un’altra ipotesi, molti lavori d’ufficio si possono svolgere a casa con  il supporto del proprio computer.  Importante è sensibilizzare i propri datori di lavoro spiegando le motivazioni che spingono a chiedere un part time o il telelavoro.

Inoltre si potrebbe pensare di coinvolgere nel progetto di scuola a casa altre famiglie che abitano nella vostra zona. Ci sono già alcune realtà in cui genitori con bambini di età simile (ma si potrebbe fare anche con età differenti) si sono riunite per creare una loro scuola.

Genitori con lavori e orari diversi possono coprire più ore di presenza alternandosi nella cura dei piccoli (o dei grandi!) e questa realtà eterogenea  sarebbe sicuramente uno stimolo per il gruppo.

Non bisogna poi dimenticarsi delle persone che gravitano attorno alla famiglia, i nonni in primis, ma anche zii, fratelli maggiori e amici che possono veicolare nozioni importanti e quindi partecipare attivamente all’educazione a casa.

Spesso sento di mamme costrette a rinunciare a tutto il loro stipendio per pagare una baby-sitter o le rette per gli asili nido o le scuole private. Mi domando se quella sia la scelta giusta, perché invece di far girare i soldi un genitore non decide di stare a casa ad occuparsi dei propri figli? Anche in una scuola pubblica i costi non sono pari a zero, pensate ai libri di testo, alle gite, alla mensa, al materiale personale…

Ho letto anche molti racconti di mamme single che hanno scelto di istruire a casa i propri figli.

Le barriere insormontabili sono quelle che ci poniamo noi stessi.

Il denaro può essere un ostacolo, ma non può da solo farvi rinunciare al progetto homeschooling.

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