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Libri alla riscossa!

Spendiamo qualche parola sulla spesa dei libri scolastici.

Proprio in questi giorni i genitori stanno mettendo mano al portafoglio per acquistare i testi ai propri figli, quindi si riaccende la polemica sul rincaro del costo dei libri .

La spesa dei libri di testo è soggetta ad un blocco da parte del ministero: per esempio il tetto massimo per l’acquisto dei libri al liceo è di 305€, ma il Codacons ha denunciato un aumento dei costi del 6% rispetto all’anno scorso. L’indagine riguarda al momento le scuole del Lazio e proprio il 65% di queste farebbe spendere alle famiglie più di 400€ a studente . Una ricerca Adiconsum svolta lo scorso anno evidenziava che il 50% delle scuole secondarie di I grado aveva superato il tetto di spesa con uno sforamento dal 10 al 30% .
Come mai? Perché oltre ai libri di testo inseriti nei tetti di spesa vanno aggiunti anche i costi per i libri “consigliati” , che in realtà sono invece indispensabili (come ad es. gli eserciziari) e i costi degli eventuali dizionari necessari. L’aumento è anche dovuto alla riforma del Ministro Gelmini che introduce nuove materie scolastiche fin dal primo anno, come l’insegnamento della fisica nei licei scientifici.

Alternative?
l’ITIS Majorana di Brindisi si è inventata il “Book in progress” ovvero dei libri di testo scritti da 300 docenti della rete nazionale e stampati all’interno delle scuole. Sul sito www.bookinprogress.it affermano che tale iniziativa consente alle famiglie di risparmiare circa € 300 rispetto ai tetti di spesa previsti dal Ministero. Ovviamente tutta la scuola deve aderire, non i singoli alunni…

Il Ministro Gelmini ci ricorda che ha attuato dei provvedimenti che faranno risparmiare fino al 30% sull’acquisto dei libri di testo: 1- i tetti di spesa (mica tanto!), 2- stesso libro per 5 anni (ma è sempre un terno all’otto e non vale per tutte le materie), 3- gli e-book scaricabili da internet (se li avete mai usati battete un colpo vi prego).

Negli USA (ma non solo lì) sono le scuole ad acquistare i libri e a darli gratuitamente agli studenti , i quali a fine anno li restituiscono per gli studenti dell’anno successivo. Penserete: così non sarebbero soltanto gli editori a stabilire i prezzi dall’alto, ma anche i distretti scolastici, che avrebbero un maggiore potere d’acquisto rispetto al singolo studente. Peccato che non sono pochi i casi scandalo dove le scuole hanno fatto gli interessi degli editori acquistando i testi a prezzi più alti rispetto a quelli dei negozi, sprecando così il denaro pubblico. Mi domando cosa accadrebbe se si facesse così anche in Italia.

Ma non preoccupatevi: andrete tutti ad acquistare i libri usati spendendo la metà!
Accidenti però, il Ministro ha richiesto maggior rigore nelle valutazioni e di conseguenza sono in moltissimi gli studenti che si ritrovano con uno o più recuperi da risolvere prima di essere ammessi all’anno successivo. Gli esami di recupero si concludono una settimana prima dell’inizio della scuola, quindi i genitori non sanno ancora di quali libri avrà bisogno il loro “non ancora promosso” figliolo. Nuovi per l’anno successivo o vecchi per ripetere l’anno (sempre che non ci sia una nuova edizione!), chissà? Purtroppo i libri usati non si trovano facilmente e questa categoria avrà ancora meno possibilità di accaparrarsene uno arrivando in ritardo sulle bancarelle.

Sarebbe il caso di ricordare l’articolo 34 della Costituzione Italiana:
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
Per fortuna ho deciso di fare la scuola a casa , altrimenti con 3 figli immaginate che salasso ogni anno?!

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