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Perchè scrivere controcorrente o meglio... Controscuola?

Sono sempre stata una brava studentessa.

Alle elementari ero “la cocca” della maestra subendo al contempo le angherie dei compagni di classe gelosi, alle medie ho passato il mio tempo a studiare il comportamento dei professori e dei miei coetanei e nel giro di tre anni ho capito cosa dovevo fare per essere una ragazza popolare e andare bene a scuola con il minimo sforzo.

Alcune materie mi piacevano più di altre, ma non posso dire che mi piacesse studiare, lo facevo perché andava fatto.

Alle superiori ho affinato le mie tecniche di studio e d’osservazione e mi sono piuttosto divertita cercando di rendere l’esperienza nell’istituto che frequentavo il più socievole e ricca possibile facendo molte attività che esulavano dal curriculum tradizionale.

A diciannove anni, mentre frequentavo l’università, ho cominciato ad insegnare: essendo madrelingua inglese ho facilmente trovato lavoro in alcune scuole milanesi. Ho insegnato ad adulti e bambini di diverse età e di diversi ceti sociali. Spesso mi trovavo a dover seguire per filo e per segno un curriculum che  non avevo scelto e per adattare l’insegnamento alle diverse persone che avevo davanti reinventavo il programma e facevo di testa mia attirando le ire delle direttrici. A detta degli studenti ero una brava insegnate, ma dopo qualche anno di grande impegno lasciavo gli incarichi perché non mi trovavo in accordo con la rigida linea di apprendimento dettata dalle scuole per cui ho lavorato.

Essendo una persona che finisce sempre ciò che ha iniziato ho dato tutti gli esami nei tempi richiesti anche se ero consapevole che le materie che stavo studiando non mi sarebbero mai -o quasi mai- servite nella vita. Volevo allontanarmi da casa ed essere indipendente, ero una brava studentessa e mi sentivo in obbligo di andare all’università… sapete una laurea serve sempre!

A ventiquattro anni ho terminato gli studi, sposandomi la medesima settimana in cui ho discusso la tesi.

Come vedete la mia vita privata e professionale viaggiava di pari passo con lo studio che non è mai stato il centro della mia vita, ma piuttosto un contorno obbligatorio. Un contorno che però ha occupato parecchi momenti, che è costato denaro a me e alla mia famiglia e che ha lasciato meno di quanto ha preso.

Ora sono mamma di tre bambini e impartisco lezioni private principalmente ai giovani in età scolare. Ho avuto l’opportunità di assaggiare la scuola come genitore.

Devo ammettere che non ho ancora sentito una mamma felice della scuola frequentata dal figlio, non ho ancora conosciuto un bambino entusiasta del fatto di andare a scuola.

Al contrario ho visto bambini perdere la gioia di svegliarsi alla mattina e li ho visti diventare adolescenti disorganizzati e menefreghisti incapaci di crescere e prendersi le proprie responsabilità.

Ho trovato due colpevoli per questo: il sistema scolastico e la televisione. Noi l’abbiamo eliminata dal soggiorno e messa nella camera da letto mia e di mio marito, semi nascosta. I nostri figli guardano dvd selezionati, ma non ogni giorno.

La scuola elementare da scegliere per il primogenito era il mio cruccio. Non trovo giusto che la giornata scolastica di un bambino sia di otto ore, penso che sia un modo per fare babysitting di cattiva qualità ai genitori che non possono o non vogliono occuparsi dei loro figli. E’ un modo per far lavorare le ditte di catering e le mense.

Otto ore sono troppe: proprio alle elementari quando il bisogno di muoversi e conoscere tramite l’esperienza concreta è più forte, i bambini sono rinchiusi per quasi tutta la giornata e obbligati a stare seduti.

Ho chiamato le scuole del mio circolo e gli uffici della pubblica istruzione della mia città, ma nessuno poteva indicarmi una scuola che facesse mezza giornata. A momenti mi prendevano per pazza!

Ripensando alla mia infanzia, mettendo sulla bilancia i pro e i contro dello scegliere la scuola familiare, riflettendo sul fatto che in molti altri paesi (sopratutto negli Stati Uniti) l’homeschooling è ampiamente diffuso e che i dati che si hanno dimostrano che i bambini cresciuti così sono anche cinque anni più avanti dei loro coetanei educati nelle scuole, io e mio marito, che abbiamo fiducia nelle capacità dei nostri figli e nelle nostre, abbiamo deciso di provarci.

Con questo blog voglio spronare altre famiglie a fare lo stesso, a rimboccarsi le maniche per migliorare la società partendo dai propri figli,  desidero aiutare chi vuole unirsi a noi, ma ha paura di non farcela ad andare contro il sistema scolastico vigente che così com’è non offre nulla di utile al futuro del Paese.

L'articolo Perchè ho deciso di fare Controscuola? sembra essere il primo su Controscuola.

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