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Metodi educativi a confronto

Essere un homeschooler in Italia è bellissimo, ma non è un cammino scontato.

L’Italia offre infinite possibilità, sia naturali, che storiche, piuttosto che artistiche per imparare senza la scuola, ma il confronto con la società non è sempre roseo. Quando presento l’educazione parentale ai genitori interessati, ma talvolta insicuri, che intervengono alle conferenze , li rassicuro immediatamente sui timori che riguardano l’atto di educare, ma allo stesso tempo li metto in guardia rispetto alle dinamiche che potrebbero scaturire dal confronto con la società, trattandosi questa di una scelta educativa alternativa, che non tutti conoscono.

Queste famiglie sono spesso deluse dal percorso scolastico tradizionale, del quale talvolta trattengono un retaggio pesante e delle ideologie errate, specialmente su cosa significhi “insegnare” e “imparare”. Fortunatamente questi vincoli si possono cancellare piuttosto facilmente: per farlo è fondamentale ascoltare il proprio istinto e rimanere con la mente aperta al cambiamento. E’ sicuramente consigliabile, per chi ha già alle spalle anni da scolaro, un periodo di disintossicazione dai ritmi e dalle richieste tipiche della scuola (deschooling), un periodo dove riscoprire le proprie necessità e desideri più intimi.

Ciò che risulta più difficile da affrontare è il confronto con la società che – purtroppo – è spesso digiuna di homeschooling. Di certo non si può sensibilizzare l’opinione comune chiacchierando in coda al supermercato, oppure sotto casa con il postino che vi domanda perché vostro figlio non sia a scuola. Questo genere di esperienze vanno vissute in prima persona per essere comprese in pieno. Sono moltissimi infatti i nonni o i mariti che erano inizialmente scettici verso l’educazione parentale, ma che hanno cambiato idea entrando in diretto contatto con i nipoti o i propri figli neo-homeschoolers. La felicità e la curiosità per il mondo sono atteggiamenti che saltano subito all’occhio. Piuttosto che dare un giudizio ignorando la realtà, essi hanno avuto la voglia e la dedizione di affiancare i propri figli (o nipoti) in questo percorso di crescita e cambiamento per un periodo continuativo, avendo modo così di vederli splendere, imparare e rafforzarsi, anche (e talvolta soprattutto) senza scuola.

Certo, ci sono individui altamente critici verso l’homeschooling: se state leggendo questo articolo magari ne avrete conosciuti alcuni, ma c’è un gruppo altrettanto numeroso di gente che si domanda: “Vorrei sapere come fate? Io non ne sarei mai capace!”. Ciò che stanno immaginando queste persone è: “Come faranno mai gli homeschoolers a riprodurre la scuola a casa?”. Cioè fare a casa ciò che fa la scuola in classe , concetto che è completamente differente da quello che accade veramente nelle famiglie che studiano a casa . Da qui scaturiscono le tipiche domande del tipo: “Ma il bambino come fa a non confondersi se tu sei sia l’insegnante, che la mamma?”.

Proviamo a fare chiarezza.

Certo, nell’homeschooling si segue un programma che può essere simile a quello utilizzato dalla scuola, ma l’ambiente e le dinamiche sono completamente differenti, e anche i tempi sono decisamente accorciati. Sinceramente, con un paio di ore di studio al giorno e tutto il resto del tempo libero per approfondire le proprie passioni, godersi la famiglia e esplorare la società e l’ambiente, si può ottenere molto di più di ciò che si ottiene stando dietro a un banco .

Con l’unschooling poi, si è ancora più svincolati da queste dinamiche, essendo l’apprendimento incentrato sulle necessità e le passioni del bambino e della sua famiglia e area geografica di appartenenza. In questo caso l’approccio “scolastico” non si considera nemmeno, dato che il genitore è più propriamente una guida, un supporter, un aiuto, mentre il figlio è “in cattedra”. Questo modus operandi necessita un’apertura mentale ancora più grande e un’immensa fiducia nei propri figli. Quindi, non si tratta proprio di riprodurre la scuola, ma si tratta di una realtà completamente diversa.

In realtà sono io che mi domando, rivolgendomi alle famiglie di scolarizzati: “Ma come fate?”. Per me, che pratico unschooling con quattro figli, le persone che mandano i figli a scuola, e che poi li aiutano con i compiti, magari con un sostegno che brucia i risparmi, magari sacrificando il proprio tempo libero per andare ai colloqui con gli insegnanti, fanno un lavoro immenso! Sono io a rimanere strabiliata dalla loro dedizione a questo stile di vita. Sento di godermi i miei figli senza vincoli di orario e di spazio, e ciò non mi pesa affatto! Trovo che l’homeschooling o l’unschooling portino a uno stile di vita molto più semplice e umano, educare i propri figli non è questo “peso” o impegno sovraumano come lo definiscono in molti. Sicuramente l’educazione parentale è una scelta meno conosciuta, quindi la cosa migliore da fare in questo caso è fornire dell’informazione corretta , ciò che i media spesso non fanno.Fare Homeschooling

Andiamo ad analizzare quindi perché l’homeschooling sia più a misura di famiglia, rispetto alla scuola:

In generale è una scelta più economica , soprattutto se si hanno più figli. Non abbiamo da comprare montagne di libri e materiale, spendere per pasti mensa non consumati, costi trasporto, tasse scuola, vestiti alla moda, ripetizioni, ecc… Noi usiamo molto internet, i libri della biblioteca, visitiamo i mercatini dell’usato e raccogliamo molto materiale che gli amici del vicinato avrebbero altrimenti buttato via. Sicuramente possiamo studiare anche in pigiama e abbiamo il tempo per curare un orticello, che oltre a essere materia di studio ci fornisce del cibo! Non potete immaginare quanti giocattoli, vestiti e giochi usati abbiamo recuperato a costo zero o quasi.

E’ una scelta pacifica . Si discute meno quando ognuno può scegliere come vestirsi, a che ora svegliarsi e cosa mangiare. Molti ci potrebbero accusare di anarchia, di sregolatezza, ma posso assicurare che ogni membro della nostra famiglia è rispettoso e compassionevole verso gli altri. Al posto di regole ferree abbiamo dei principii di sana condivisione. Non dovendo obbligare nessuno a studiare una materia noiosa, ad alzarsi senza aver dormito a sufficienza, a fare i compiti prima di uscire, si è tutti più sereni e felici e quindi si litiga meno. Ognuno di noi impara e studia seguendo i propri ritmi, negli orari e nei modi che gli sono più consoni. Ovvio che si discute sempre, siamo umani, ma molto meno di quello che vedo fare in certe famiglie. Eliminando la causa dei dissidi, i problemi sono per metà risolti prima di nascere e vi giuro che fa una bella differenza per la qualità della propria vita.

E’ una scelta (quasi) stress-free . Non abbiamo scadenze o tempi stretti. Una delle parti più tristi della scuola tradizionale è vedere insegnanti e ragazzini che corrono dietro al programma scolastico, senza godere del suo contenuto. Al contrario, ogni argomento da noi affrontato può durare mesi! Non dobbiamo timbrare un cartellino, oppure compilare una pagella, quindi possiamo immergerci in una materia o un soggetto come e per quanto vogliamo. Ciascun membro della famiglia (anche gli amici!) può dare il proprio contributo, l’interesse diventa contagioso e l’argomento può essere analizzato senza scadenze incombenti. Inoltre non necessitiamo di grande organizzazione… Lo so che da fuori sembra che ci sia bisogno di un sovraintendete svizzero per far andare avanti homeschooling, casa e famiglia, ma vi assicuro che non è così. Credo che serva più preparazione per arrivare in orario a scuola, per organizzare il colloquio con gli insegnanti, per sincronizzare le attività sportive e i compiti. Noi viviamo una vita molto naturale e tranquilla, dove essere organizzati non è fondamentale, dato che cerchiamo di seguire i tempi personali di ciascuno.

Sappiamo che sia noi che i nostri figli imparano in ogni momento. La vita è apprendimento, così come lo è il gioco e il divertimento. Sappiamo bene che se si è infelici e stressati s’impara molto meno, evitiamo quindi di mettere i nostri figli in queste condizioni che portano anche conseguenze ben peggiori rispetto al semplice “non apprendere”. Matematica, storia, scienze e lingue (per citare alcune materie) non sono elementi staccati dal vivere quotidiano. Anzi, sono parte stessa della nostra vita e non possono essere separati e messi in una scatola-libro, oppure racchiusi in un’ora di attività che termina col suono di una campanella. I bambini imparano molto di più quando sono coinvolti in prima persona e non passivi, come succede a scuola. Ciò permette loro di decidere i tempi e li porta a vedere risultati diretti. Purtroppo molte persone credono che i bambini abbiano bisogno di essere direzionati e istruiti, questo concetto crea una marea di problemi che sono sotto gli occhi di tutti, ma che pochi accettano di vedere. La scuola, nella maggior parte dei casi, insegna che imparare debba essere noioso, o comunque un atto forzato; talvolta è come un lavoro d’ufficio ammorbante che deve essere finito prima di timbrare il cartellino. Imparare divertendosi ha alleggerito molto la nostra vita, al centro di questa idea vi è la fiducia che l’essere umano voglia sempre migliorarsi e imparare. Da quando seguo i miei figli anch’io ho approfondito tantissimi argomenti fino ad ora sconosciuti o dimenticati, devo ammettere che l’homeschoooling ha fatto bene soprattutto a me! Homeschooling Family

Certo, fare unschooling o homeschooling non è una scelta per tutti , ma posso garantire che per noi è stata una fortuna! Siamo molto più felici di quanto lo saremmo stati se ogni mattina avessimo dovuto correre nel traffico per portare i bambini a scuola. Spero che questo articolo abbia sfatato qualche mito sull’educazione parentale, rendendola una scelta più umana e comprensibile agli occhi dei lettori, specialmente agli occhi di coloro che – non conoscendo alcuno che la pratichi – sono portati a giudicarla negativamente a priori.

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