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Il Cancelletto

C’è un gioco che tutti e tre i miei figli amano fare.

In cima alle scale interne di casa nostra abbiamo messo un cancelletto di protezione, Thomas (5) lo sa aprire e chiudere, Olivia (3) sta imparando e Nicholas (18 mesi) è il vero motivo per cui quel cancelletto sia ancora li.  Tutti sono molto attenti al più piccolo e sono consapevoli del fatto che egli non abbia ancora imparato a scendere le scale da solo, quindi sanno che il cancelletto deve essere chiuso bene quando lui è al piano di sopra.

Quando in gruppo saliamo per le scale il primo di loro che arriva in cima e passa il cancello, lo chiude, bloccando tutti gli altri sulle scale. Ognuno di noi deve quindi dire una frase scelta dal fortunato o dalla fortunata che ha il potere di concedere o negare l’apertura del cancelletto e il passaggio al piano superiore. Di solito dobbiamo dire frasi tipo “Por favor, abre!”  oppure “ Please open the gate sir/madame”. L’apertura non viene mai negata dopo aver detto la frase magica e il tutto si risolve in poco tempo.

Olivia è quella che ama maggiormente fare questo gioco e anche quello simile dove lei è il leader che decide quando salire e traina tutti gli altri alle sue spalle  senza che essi possano sorpassarla.

Il fatto è che quando si è di corsa o quando bisogna andare su per fare qualcosa d’importante, questo giochetto stufa noi adulti che “perdiamo minuti preziosi” aspettando che ognuno dica la sua parte e si possa finalmente salire.

Anche a me è capitato di spazientirmi, poi ho pensato all’importanza di questo rituale. I bambini sono sempre in balia di noi giganti, noi decidiamo quasi tutto, abbiamo super poteri che loro si sognano (possiamo guidare un’auto, cucinare, prendere oggetti pesanti, aprire le porte con le chiavi…)  e  farebbero qualsiasi cosa per ottenere.

Grazie al gioco del cancelletto anche il più piccolo può avere un super potere e fermare, sebbene per poco, lo scorrere del tempo, il procedere della giornata. Tutti si fermano sulle scale e tutti sanno cosa fare per far tornare la normalità. Si rispetta il volere di chi è in cima che diventa così padrone delle sue azioni e di quelle degli altri, amici o membri della famiglia, proprio come uno dei giganti.

Che sicurezza e felicità vedo negli occhi di Olivia quando ci chiede di proferire la frase scelta e come si arrabbia se qualcuno per scherzo non l’ascolta. Rispettiamo i giochi dei nostri bambini, a volte non ce ne accorgiamo, ma per loro hanno molto più valore di quello che noi pensiamo, pur essendo giganti a volte non ci vediamo molto bene!

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