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Una mattina di Homeschooling

Tra le domande più frequenti, che mi vengono poste dai genitori, vi sono queste:

1. Ho le competenze necessarie per insegnare ai miei figli?
2. Se lasciati liberi di decidere cosa fare, i bambini, faranno solo cose inutili?
3. Come educare insieme figli di età differente?

Per rispondervi vi apro le porte di casa nostra e vi conduco in una caotica mattinata di Homeschooling , attraverso questo reportage fotografico. Credo che questo vi aiuterà a comprendere come funziona l’apprendimento libero in gruppo, più di mille parole.

L’Ambiente e il Materiale.

Partiamo con un libro vecchio, che un seienne trova sugli scaffali della libreria di casa. Il primo indizio riguarda l’ambiente: per fare Homeschooling è necessario offrire uno spazio stimolante e ricco. Ciò non significa avere materiale costoso, o una quantità infinita di gadget educativi, basta una discreta selezione di materiale accuratamente scelto e messo in luogo di facile accessibilità.
In questo caso il legame è anche affettivo, essendo questo un volume di una enciclopedia che la mia famiglia si porta dietro da due generazioni.  Quindi, il seienne, che sta ora iniziando a leggere qualche parola, si interessa al progetto di costruzione di un sottomarino e inizia in solitaria a disegnare un prototipo. Nei suoi occhi già si vede seduto all’interno della nave, immerso nei fondali marini mentre guarda attraverso il periscopio. Inizia così la ricerca del materiale: scatole (grandi!), colla, forbici e scotch.

Proprio quella mattina riceviamo in casa il contenuto di una voluminosa spedizione che è ben contenuta e protetta da… scatole di cartone ! Ovviamente, siamo dei grandi fan del riciclo creativo…  La ricerca di scatole quindi si arresta e inizia la parte dedicata alla costruzione.

Ecco il secondo indizio
: se volete fare Homeschooling, dimenticatevi di avere una casa impeccabile dove sempre regna l’ordine, quello rimarrà un sogno che realizzerete (forse) tra 15 anni. La vostra casa diventerà un laboratorio di infiniti progetti, un atelier della fantasia, un’officina dove vedranno la luce le più disparate creazioni. A voi è richiesta solo pazienza, in questa fase.

La Crisi.

Dopo qualche tentativo di assemblaggio andato a male, la realizzazione del progetto appare sempre più lontana e la disperazione del seienne prende il sopravvento. La conseguenza è molto baccano, lamentele e parole di insoddisfazione che attirano l’attenzione dei due fratelli maggiori: il tredicenne e il novenne. Essi erano alle prese con letture e altre occupazioni, ma richiamati dalle richieste di aiuto e incuriositi dalla proposta di un progetto creativo legato ai sottomarini si interessano e offrono una mano. Ciò non è sempre funzionale, ma è sicuramente divertente. A loro si accoda anche la duenne che ha finito la colazione, ma che non è ancora pronta a togliersi il pigiama.

Prove di Collaborazione. 

Immaginate un seienne, un novenne e un tredicenne (con delle incursioni di una duenne) che cercano di mettersi d’accordo su come posizionare i vari scatoloni, su come renderli saldi, su chi deve fare le prove entrando, su quale è l’incastro esteticamente più realistico. Il libro è stato oramai abbandonato, il progetto in corso è decisamente più originale, e non si fanno mancare le discussioni, le arrabbiature e anche le rotture! Come sempre io rimango in ascolto, ma in disparte, arrivo in aiuto se viene richiesta la mia presenza, ma, avendo non poche cose da fare, rimango nelle retrovie finché posso.

Ecco il terzo indizio: facendo Homeschooling non bisogna sottovalutare l’importanza delle soft skills , ovvero le competenze trasversali. Alcuni esempi?   Saper comunicare, lavorare in gruppo, l’empatia, tenere testa allo stress…
Il novenne esce dal progetto (momentaneamente) e viene ad aiutarmi in cucina, le sue soft skills sono state messe duramente alla prova dai fratelli e decide di prendersi una pausa (anche sapersi prendere una pausa al momento giusto è una soft skill !).

Attività Collaterali.

Non c’è nulla di meglio di impastare il pane, specialmente quando si ha un diavolo per capello e un sottomarino da costruire. Tutta quella energia in eccesso, “applicata” all’impasto creerà una maglia glutinica non indifferente. Ecco che ho inaspettatamente e improvvisamente trovato un collaboratore, e decido così, senza indugio, di lasciargli finire il mio lavoro…

Anche perché vedo che porta con se una seconda aiutante che, sebbene sia ancora in camicia da notte, è molto entusiasta di poter mettersi al lavoro. Il macello che vedete in foto è il contenuto degli scatoloni che ovviamente è stato rovesciato in terra e lasciato li, non essendo al momento necessario per il progetto. Tutta quella carta, doverosamente raccolta e messa da parte, è stata utilizzata nei giorni successivi per creare un altro gioco da fare con gli amici.

Immagino che vogliate sapere quale è il quarto indizio! Ebbene: è la flessibilità.
Nell’Homeschooling è importante avere la capacità di trovare le soluzioni giuste non marciando diritti per la propria strada, ma cercando altri percorsi più fruttuosi.   Chi è creativo è flessibile (se non lo siete potete diventarlo, ve lo assicuro, parlo per esperienza!), e ciò mi ha permesso di lasciar fare  e mettere i bambini in situazioni di responsabilità, come quella di preparare il pane e cuocerlo, oppure utilizzare materiali più diversi, anche possibilmente pericolosi, senza una continua supervisione, nonostante il mio primo istinto fosse di controllare. Inoltre, grazie a questo allenamento, ho saputo rimanere aperta e in osservazione, ma senza intromettermi, lasciando loro essere i protagonisti del momento.

La Finalizzazione del Progetto.

La fiducia è la sola cura conosciuta per la paura (questo vale per grandi e piccini), ed ecco che grazie a un rientro in corner del novenne e  a un team-work ineccepibile, ogni timore relativo alla finalizzazione del sottomarino è svanita, e il capitano ha potuto sedersi fiero all’interno del suo naviglio (che poi ha ricevuto ancora parecchi rimaneggiamenti) . Per quello che mi riguarda, la paura di avere una casa sottosopra non mi appartiene più, 13 anni di homeschooling hanno lasciato il segno, per fortuna! 

L’avventura non finisce qui, dato che si inserisce in questo quadro l’undicenne che era impegnata in altre attività tutte sue. Sospetto che il suo sesto senso le avesse detto di tenersi alla larga dai boys di casa, ma, attirata dall’argomento marino, non abbia resistito all’urgenza di unirsi al gruppo. Giusto in tempo per un momento di apprendimento video : volendo approfondire la tematica, i ragazzi, hanno chiesto aiuto a San YouTube, santo patrono dei documentari gratuiti. Ed eccoli letteralmente immersi nell’apprendimento a bordo del  USS Pennsylvania , un sottomarino lanciamissili balistico, dove hanno potuto vedere come si vive a bordo e hanno potuto capire come migliorare il proprio prototipo cartaceo. Anzi, la undicenne, da sempre amante della creatività, ha chiesto di poter decorare  il mezzo pitturandolo di nero e aggiungendo delle scritte. 

Il Tempo.

La seduta video si è protratta per un’ora circa toccando una grande vastità di argomenti tra i quali: cosa è la propulsione nucleare e come si ottiene, da dove prendono l’ossigeno per respirare i passeggeri e sopratutto come funziona un depuratore sodio-potassio, come vennero utilizzati i sommergibili durante la seconda guerra mondiale, cosa succede in caso di emergenza, quale è lo stipendio medio di un  “bubblehead” , cioè un militare della marina che lavora nei sottomarini, come è fatta un elica che non lascia traccia visibile?

Ecco l’ultimo indizio, il quinto: non cadete nella “trappola dell’apprendimento vero vs gioco”, perché non esiste una divisone tra queste due entità. Platone diceva che si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione, ed io trovo che non vi sia nulla di più vero. I bambini mi hanno insegnato che il vero segreto della vita è essere completamente impegnata con quello che si sta facendo qui e ora , e invece di chiamarlo lavoro, rendersi conto che è un gioco.

Per concludere torniamo alle prime domande, anche se credo che abbiate già intuito le risposte :

1. Ho le competenze necessarie per insegnare ai miei figli?
Se stai pensando di competenze accademiche, riconsidera la questione, con l’Homeschooling servono per lo più competenze umane, l’informazione è ovunque.

2. Se lasciati liberi di decidere cosa fare, i bambini, faranno solo cose inutili?
Nel corso di 13 anni di Homeschooling non ho mai visto un bambino fare cose inutili, quando lasciato solo.

3. Come educare insieme figli di età differente?
Sopratutto quando lavorano in gruppo è necessario rimanere flessibili e pronti a dare sostegno attraverso materiale, attività collaterali, ascolto, e sopratutto non intromettendosi nel naturale fluire delle situazioni, ma offrendo accoglienza e apertura. Se stiamo facendo un buon lavoro avremo come prova la felicità dei nostri figli.

Infine aggiungo che questa modalità di apprendimento non è la sola che pratichiamo, abbiamo momenti sia di studio individuale, che di studio per gruppi di età vicina. L’Homeschooling permette di adattare il proprio curricolo al vivere quotidiano, così come permette di dedicare tempo alle materie più accademiche necessarie per essere in linea con le richieste del MIUR. Vi consiglio a tal proposito questo articolo sulla gestione del tempo.

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